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Prodi saluta il suo maestro: "In politica grazie a Pandolfi"

L’ultimo saluto al suo maestro politico. L’ex presidente della Commissione europea ed ex premier Romano Prodi ha partecipato ieri pomeriggio...

I funerali al Tempio Votivo L’ex premier e presidente della Commissione europea Romano Prodi con il sindaco Elena Carnevali

I funerali al Tempio Votivo L’ex premier e presidente della Commissione europea Romano Prodi con il sindaco Elena Carnevali

L’ultimo saluto al suo maestro politico. L’ex presidente della Commissione europea ed ex premier Romano Prodi ha partecipato ieri pomeriggio ai funerali di Filippo Maria Pandolfi, l’ultimo grande esponente della Democrazia Cristiana, morto a 97 anni nella notte tra venerdì e sabato, circondato dall’affetto dei suoi quattro figli e tre nipoti (era vedovo da una decina di anni). Le esequie si sono celebrate al Tempo Votivo, nel quartiere cittadino di Santa Lucia, che ha faticato a contenere la grande folla accorsa per salutare il politico scomparso.

"Il legame con Pandolfi era umano e professionale e andava avanti da lungo tempo", ha sottolineato Prodi nel suo intervento dall’altare. La tristezza è arginata dall’affetto e dai ricordi. "Pandolfi è stato l’inventore del Prodi politico – ha rivelato l’ex premier – nel senso che a fine anni ‘70 il premier Andreotti gli aveva chiesto il nome di un professore, di un economista perché si era liberato l’incarico di ministro dell’Industria. Pandolfi suggerì ad Andreotti, che doveva risolvere una crisi tecnica, il mio nome. Io ero un giovane economista e mi ispiravo proprio a lui, visto che ci frequentavamo già da tempo, per la sua saggezza e il suo equilibrio. Di economia ne sapeva, eccome. Mi ha insegnato tanto, soprattutto la valenza politica delle decisioni economiche".

Tra i presenti alle esequie, la sindaca Elena Carnevali e diversi ex democristiani bergamaschi che consideravano Pandolfi il loro maestro: Gilberto Bonalumi, Renato Ravasio, Valerio Bettoni, Giovanni Sanga, Enrico Fusi.

M.A.