MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Esperimento sociale fallito in Valle Imagna: giovani profughi ucraini fuori controllo, in 40 saranno rimpatriati

Sfumata l’integrazione di un gruppo di 83 minori provenienti da un orfanotrofio ucraino, caso unico in Italia

Il sindaco di Rota Imagna, Giovanni Paolo Locatelli

Rota d’Imagna (Bergamo) – Una convivenza con i residenti che con il trascorrere del tempo si è fatta sempre più difficile. Per questo si avvicina l’ora dell’addio per gli 83 bambini e ragazzi dai 7 ai 18 anni, tutti provenienti da un orfanotrofio ucraino di Berdjans’k, nel distretto di Zaporizzja, che da sedici mesi sono ospiti del comune di Rota d’Imagna nella casa di vacanze "Rosa Mattutina", struttura di proprietà della Diocesi di Bergamo.

Lungo l’elenco dei comportamenti tenuti dai giovani che hanno spinto i residenti ad avviare una raccolta di firme per chiedere che venga fatta chiarezza su una situazione che non esitano a definire "fuori controllo": i vigili del fuoco sono intervenuti, almeno due volte, dopo che il sottotetto della struttura che ospita i profughi ha preso fuoco; offese agli anziani del paese quando questi si sono rifiutati di dar loro quello che chiedevano; da qualche mese, inoltre, le famiglie con i loro figli evitano di frequentare il parco comunale, dove i ragazzi ucraini si fermano fino alle quattro, cinque della mattina disturbando con schiamazzi; e infine diversi furti segnalati alle forze dell’ordine.

Non c’è ancora alcuna indicazione certa, ma sicuro è il decreto di rimpatrio emesso dal Tribunale dei minori di Brescia per circa una quarantina di giovani, i più turbolenti. Spiega il sindaco di Rota Imagna Giovanni Paolo Locatelli: "Sono successi episodi più o meno gravi, che si possono gestire fino a un certo punto. Quindi ho sollecitato un cambio di marcia, una soluzione che potrebbe essere quella del rimpatrio. Nei prossimi giorni avremo un quadro più chiaro, quando il consolato ci farà sapere dove i ragazzi saranno diretti, con l’assicurazione che venga garantito loro un luogo sicuro, lontano dalla zone calde del conflitto".

L’accoglienza dei giovani ucraini era stata inizialmente salutata come un caso unico in Italia: "Non c’è un altro gruppo così grande che sia stato lasciato unito (inizialmente i giovani arrivati a Rota d’Imagna erano 115, ndr) - hanno scritto i media italiani -. Il loro inserimento in un Comune tanto piccolo è diventato una sorta di esperimento sociale, con scuole pronti ad accoglierli, una rete di operatori e volontari a disposizione per le loro esigenze". Adesso, però, la bella favola è giunta alla fine.