Un accordo triennale per accompagnare persone e famiglie fuori dalla condizione di povertà grazie alla collaborazione tra gli operatori delle sedi decentrate dei Servizi sociali del comune di Bergamo, Caritas Diocesana-Fondazione Diakonia onlus, i volontari dei Centri primo ascolto Caritas (Cpac) e delle altre realtà associative afferenti alle 31 parrocchie cittadine. Accordo che vuole creare una rete di assistenza e sicurezza sociale che possa soddisfare i bisogni di chi vive in condizioni disagiate. Una sfida quantomai attuale, che parte da numeri importanti sul fronte povertà registrati dai Servizi sociali da un lato e dai 18 Centri di Primo ascolto e Coinvolgimento parrocchiali in città (Cpac). Come hanno spiegato ieri alla presentazione del progetto l’assessore comunale alle Politiche sociali, Marcella Messina (nella foto), il direttore della Caritas Diocesana Bergamasca, don Roberto Trussardi, e don Angelo Domenghini, in rappresentanza della Comunità ecclesiale territoriale.
I dati. La problematica economica è quella che ha spinto, dall’inizio dell’anno 687 persone a rivolgersi agli sportelli dei servizi sociali comunali decentrati, su un totale di 1.648 accessi. Tra questi 353 sono italiani e 334 gli stranieri; 258 le persone sole e 429 i nuclei familiari di due o più componenti. A questi si aggiungono i 216 nuclei che hanno manifestato un problema di tipo abitativo, tra morosità di affitto, sfratti, alloggio all’asta e altre situazioni simili. Un altro spaccato lo danno i Cpac, che nello stesso periodo (gennaio-ottobre) hanno incontrato 356 persone, il 73% delle quali donne e il 27% uomini. A rivolgersi ai centri sono soprattutto donne coniugate o conviventi con figli a carico (49%). L’80% proviene da Paesi extra Ue, con una presenza ancora importante di donne ucraine. F. D.