È stato estradato dalla Spagna, dove era scappato, e ora si trova in carcere a Monza. Lui è Mohamed Amine Moussine, marocchino di 32 anni, arrestato il 17 settembre per l’omicidio dell’ucraino Mikola Ivasyuk, 38 anni, aggredito la sera del 19 agosto fuori dal Rosy Bar di Casazza. Moussine era fuggito nascondendosi in un furgone per il trasporto di generi alimentari. La polizia spagnola lo aveva localizzato nelle campagne tra Murcia e Malaga. A Raal, seimila abitanti nella provincia di Murcia: è qui che si nascondeva nel tentativo di far perdere le sue tracce.
Da Casazza aveva raggiunto Martinengo, prima di scappare in Spagna, dove a distanza di quasi un mese è stato rintracciato e arrestato dal “Fugitive Active Search Team“ della Guardia Civil in stretta collaborazione con i militari del Nucleo operativo e radiomobile dei Carabinieri di Clusone. Il passo successivo è stata l’estradizione che si è completata ieri con il trasferimento nel carcere di Monza. La sera dell’omicidio, Mohamed Amine era seduto all’esterno del bar gestito da cinesi sulla statale che attraversa il paese. A pochi metri di distanza c’erano la vittima e M.R., 39enne calabrese residente in Brianza ma da qualche tempo domiciliato a Casazza, "amico fraterno" (così si è definito) della vittima. A quanto pare, quest’ultimo stava cercando di calmare Ivasyuk, ubriaco dopo un diverbio con la compagna. Secondo i carabinieri M.R., a sua volta alterato dall’alcol, avrebbe sferrato un pugno all’amico ucraino, anche se lui ha sempre negato e sostenendo di avergli tirato solo uno schiaffo. Spazientito dalla confusione creata al bar dallo stesso Ivasiuk, il 32enne marocchino si sarebbe alzato di soprassalto dal tavolino spezzandogli un bicchiere di vetro sulla nuca. L’uomo è crollato a terra ed è morto in poco tempo sotto gli occhi del calabrese, rimasto sul posto per fargli il massaggio cardiaco in attesa dei soccorsi. L’accusa verso il fuggitivo: omicidio preterintenzionale.