
Il 23 ottobre 2019 aveva varcato le porte del carcere di Mornaguia, a 14 chilometri da Tunisi, paese dove si era rifugiato per evitare i guai con la giustizia bergamasca. Sul suo capo pendeva la richiesta di estradizione (come da ordinanze del 22 settembre 2017 e del 3 dicembre 2018). E in Tunisia, diventato il suo buen retiro, si è anche sposato con Habiba Fradj. Uscito dal carcere, dopo il pronunciamento del gip del tribunale di Bergamo, Alessia Solombrino, ha deciso di rientrare in Italia, a Bergamo, per non aggravare ulteriormente la sua posizione, già delicata. Lui è Stefano Ambrosini, 58 anni, commercialista con studio a Bergamo e case a Torre Boldone, accusato di avere sottratto un milione e mezzo di euro a sei società di cui era stato nominato curatore fallimentare o liquidatore, dal 2010 al 2017. A fine novembre ha lasciato la Tunisia con un volo atterrato a Catania. E dal 18 dicembre è a Bergamo. Ieri era in centro città assieme al suo legale di fiducia, l’avvocato Carolina Manganiello che lo assiste dai tempi della misura cautelare disposta dopo la vacanza in barca in Sardegna, gli arresti domiciliari a giugno 2017.
Ambrosini sa bene che ora lo attende un processo. L’udienza preliminare è stata fissata per il 27 gennaio 2021, e per l’esito del procedimento il suo comportamento può essere importante. La decisione di rientrare lo aiuta, considerato che oltre al fascicolo per peculato, falso e riciclaggio di 216mila euro spesi per la villa di Torre Boldone, incombe quello per evasione, originato dalla nota fuga in nave con il fedele labrador al seguito. La Procura di Bergamo aveva inviato la domanda di estradizione, finita lettera morta, al punto che è stato lo stesso pm Emanuele Marchisio, titolare del fascicolo che ne aveva chiesto l’arresto, a presentare istanza di scarcerazione. Poi, l’ordinanza del giudice del 21 agosto 2020 che si è pronunciata per la revoca della misura cautelare, e da quel momento Ambrosini è tornato libero. Pericolo di fuga e reiterazione sarebbero venuti meno anche considerate le condizioni di salute non ottimali di Ambrosini e l’emergenza sanitaria in corso. A Susa, la cittadina costiera dove ha messo radici e si è sposato poco dopo l’inizio della latitanza, ha stretto amicizia con altri italiani “emigrati” e per un periodo ha lavorato in un call center. Francesco Donadoni