L’altalena che oscilla seguendo un movimento ritmato. La bimba che cade e la giostra che si trasforma in una trappola. Un colpo alla nuca è stato fatale per la piccola Ritaj Lahmar, 6 anni, figlia di una coppia di origine marocchina residente a Credaro (Bergamo). Il dramma alle 21.15 di lunedì. Ritaj è al parco giochi “don Abele Agostinelli“ di piazza Vittorio Veneto, a Villongo San Filastro, assieme alla madre e a un gruppo di amichetti.
La dinamica
È una serata di svago. La piccola sale sull’altalena per disabili. Non si siede, sta in piedi mentre gli altri bambini la spingono. All’improvviso perde l’equilibrio e cade a terra. Non fa in tempo a rialzarsi che la pedana dell’altalena la colpisce violentemente alla nuca. Morirà poche ore dopo in ospedale.
La corsa in ospedale
La bimba viene subito soccorsa dalla mamma e dalle altre persone che si trovavano al parco. A Villongo arrivano l’ambulanza dalla Croce Blu del Basso Sebino e l’automedica di Sarnico. Ritaj viene rianimata e trasferita d’urgenza in elicottero all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Durante il volo il quadro clinico peggiora e intorno alle 23 il cuore della bimba smette di battere.
Chi era
La piccola Rital avrebbe compiuto sette anni a ottobre. Viveva a Credaro con il papà Nabil, magazziniere, e la mamma Fatima, casalinga. Avrebbe dovuto iniziare la seconda elementare la prossima settimana. Aveva due fratelli più grandi e una sorella minore. “Era una bimba allegra, forte e coraggiosa – racconta un cugino –. Era la luce della famiglia”. In una foto scattata dai suoi genitori Ritaj sorride felice e spensierata. Dimostra più dei suoi sei anni.
L’indagine
La pm Letizia Aloisio ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti e sta valutando l’autopsia (le cause del decesso sono evidenti: un violento trauma cranico). L’altalena è stata sequestrata e sarà effettuata una perizia per capire se fosse a norma e se il suo utilizzo dovesse essere riservato ai disabili. Per chiarire eventuali responsabilità di terzi saranno analizzate le immagini delle telecamere puntate sul parco.
La lettera del sindaco
"Cara Ritaj, io sono convinta che i bambini non dovrebbero mai soffrire e non dovrebbero mai morire, ma la realtà non è questa ed ecco che in una sera di fine estate sei improvvisamente passata dalla gioia del gioco a una nuova dimensione di vita che ti ha portata lontano dagli occhi e dagli abbracci dei tuoi amati genitori, dei tuoi fratelli e di tutti noi". È il messaggio che ha voluto diffondere la sindaca di Villongo, Adriana Bellini. "Mi sono trovata, nel cuore della notte, a parlare con l'oscurità del cielo per cercare una risposta a quanto era successo, ma la risposta non l'ho trovata - aggiunge Bellini - e ho salutato l'arrivo dell'alba pensandoti come angelo sopra noi a darci, con la tua vitalità e il tuo sorriso, la forza per continuare il cammino della vita nel tuo ricordo"