San Pellegrino Terme, 2 ottobre 2016 - Gli antichi fasti sono custoditi dalla memoria dei più anziani: «Qui – dicono quelli riuniti, anche in questo caso secondo una consolidata tradizione, ai tavolini del bar “Bigio” – sembrava di vivere nel cuore della Belle Époque». E il merito non era soltanto delle bellezze del Liberty, che San Pellegrino Terme, nel cuore della Valle Brembana, proponeva, allora come ora, in gran quantità, a cominciare dal Casinò da poco restaurato. Dall’altra parte del fiume, infatti, il “cuore pulsante” della vita mondana sull’uscio delle frequentatissime Terme era il Grand Hotel: le sue porte si chiusero per sempre nel 1978 ma da allora l’edificio è rimasto lì, maestoso ed elegantissimo, con la sua imponente cupola e linee, anche nell’inesorabile degrado, pur sempre suggestive. E presto qeusto gioiello potrebbe rivivere
«Il grande sogno - ammette il sindaco, Vittorio Milesi, – è di vedere il Grand Hotel presto riaperto». Non è solo un auspicio: in questi giorni il cantiere della ristrutturazione, che procede necessariamente segnando il passo come sempre accade con immobili sottoposti a vincoli storico-artistici, ha cominciato ad operare all’interno delle vecchie cucine: «Il cronoprogramma – puntualizza il primo cittadino – prevede due anni di lavori. Si tratta del recupero e restauro conservativo interamente finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con uno stanziamento straordinario di 18,6 milioni di euro. L’operazione comprende il restauro completo del piano terra, la demolizione e il rifacimento proprio delle cucine, il rifacimento della cupola centrale e altri interventi di messa in sicurezza e adeguamento antisismico».
Al termine di questo secondo lotto (il primo aveva sostanzialmente riguardato la messa in sicurezza dell’edificio, con la rimozione e il rifacimento del tetto, delle facciate e di alcune parti interne per un investimento di circa 3 milioni di euro), ne dovrà necessariamente seguire un altro per condurre in porto il rifacimento dell’intero complesso. La Regione ha già messo sul piatto 3 milioni; ne mancano poco meno di 20. Ma Vittorio Milesi è determinato: «L’idea è quella di indire una gara aperta a privati disposti a completare il recupero del Grand Hotel immettendo i capitali necessari. Il loro coinvolgimento è indispensabile». L’obiettivo, inutile dirlo, è quello di riportare la cittadina brembana alla ribalta del turismo che conta: «Questi passaggi – ribadisce il sindaco – sono fondamentali per restituire pure prospettive di lavoro e sviluppo a una Valle duramente provata dalla crisi».