È passato appena qualche minuto dalla mezzanotte tra il 29 e il 30 luglio quando Sharon Verzeni esce da casa sua, una villetta in via Mario Merelli 28, nel piccolo comune bergamasco di Terno d’Isola. È da sola: il suo compagno e convivente, Sergio Ruocco, dorme e – racconterà poi lui – non si accorge di nulla. Lei fa spesso passeggiate serali, vuole perdere peso e preferisce camminare quando fa più fresco. Però è la prima volta che esce così tardi. Ricalca un percorso abituale, quasi circolare: prende via Casolini, via dei Vignali, via Olimpo, via Roma, piazza VII Martiri e, alla fine, imbocca via Castegnate.
In quella strada, arrivata all’altezza del civico 32, a circa 650 metri da casa sua, viene accoltellata quattro volte. È un’aggressione veloce, rapidissima, fulminea (lo dirà l’autopsia): lei non ha il tempo di reagire. Da terra, sanguinante, riesce a prendere il telefono e chiamare il 118. Sono le 00.52, la donna pronuncia tre parole all’operatore: “Mi ha accoltellata”. Non dice “mi hanno accoltellata” né “sono stata accoltellata”: il soggetto è singolare e potrebbe riferirsi a una persona da lei conosciuta. Sul posto arrivano i soccorsi e i carabinieri. Sharon morirà poco dopo in ospedale. Aveva 33 anni.