Fin dall’inizio, né la famiglia di Sharon né quella di Ruocco hanno mai dubitato dell'uomo. Ignorando tutte le ipotesi e le illazioni hanno sempre sostenuto la sua innocenza, sia durante gli interrogatori dei carabinieri che di fronte alle domande dei giornalisti. Bruno Verzeni, padre di Sharon, e la madre Maria Teresa hanno sostenuto che “non può essere stato lui, è un ragazzo stupendo”. Stessa linea la sorella Melody: “Io gli credo, lui non c’entra niente. Non potrebbe fare una cosa del genere. È stato insieme a mia sorella per tredici anni”.
La famiglia di Sharon è molto protettiva nei confronti di quello che definiscono un “figlio acquisito” e che ora, dopo 28 giorni dalla morte della compagna, sta cercando di ritrovare un po' di normalità tornando al lavoro. Dopo il delitto, il trentasettenne ha vissuto per qualche tempo nell’intimità della casa dei suoceri. Intervistato dal Giorno, Ruocco ha detto che “non ha motivo” di sentirsi pressato per i numerosi interrogatori in caserma. Riguardo a Sharon ha detto solo una cosa: “Sento la sua mancanza, di lei che non c’è più”.