
L'omicidio di Sharon Verzeni apre molte piste d'indagine, tutte battute dagli inquirenti
Sangare, quando viene interrogato, non ammette subito l’omicidio e inventa una serie di bugie: prima afferma di non essere andato a Terno d’Isola negli ultimi mesi (ma testimonianze lo negano), poi dice di essersi tagliato i capelli mesi prima (ma la lunghezza non è compatibile con i tempi), infine ammette sì di essere stato a Terno la notte dell’omicidio, ma riferisce che Sharon era in compagnia di “un amico”, con cui avrebbe discusso e che quindi l'avrebbe accoltellata, minacciando poi anche lui che aveva assistito al fatto (ma questo contrasta con le telecamere che ritraggono in via Castegnate soltanto lei e l’uomo in bicicletta).
Alla fine, cede alla pressione e confessa l’omicidio: racconta di essere uscito da casa con quattro coltelli e l’intento di fare del male qualcuno e, dopo aver incrociato diverse persone ignare di avere davanti un potenziale assassino, ha incrociato Sharon designandola come vittima. La giovane donna è stata uccisa perché si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato.