VALENTINA BERTUCCIO D’ANGELO E ARNALDO LIGUORI
Cronaca

L’omicidio di Sharon Verzeni: la ricostruzione dall'inizio

Cosa è successo quella notte a Terno d'Isola: come ha colpito Moussa Sangare

Sharon Verzeni

Sharon Verzeni, poco dopo mezzanotte tra il 29 e il 30 luglio, esce da casa sua a Terno d’Isola per fare una passeggiata. Percorre a piedi due chilometri e 880 metri e circa tre quarti d'ora dopo, in via Castegnate, tra il civico 29 il 30, incontro il suo assassino: Moussa Sangare, trentenne incensurato nato a Milano da genitori del Mali e residente a Suisio, non lontano da Terno.

L’uomo è in bicicletta, la raggiunge, le tocca la spalla sinistra e le dice: “Guarda mi dispiace per quello che sta succedere”. Poi la colpisce al torace. Il coltello rimbalza. Lei urla: “Perché, perché, perché?”. A quel punto Sangare scende e le dà tre coltellate alla schiena. “La ragazza urlava chiedendo perché, dicendo sei un codardo, sei un bastardo”, racconterà poi il trentenne.

“Ma quindi puntavi al cuore?”, gli chiederanno gli inquirenti in sede di interrogatorio.
“Sì”, risponderà Sangare.
“L’intenzione era di farla fuori?”
“Sì”
.

Per strada, sanguinante, Sharon riesce a chiamare il 118 e pronunciato poche parole: “Aiuto! Aiuto! Mi ha accoltellato a Terno, Terno d’Isola, aiuto!”. Sul posto arrivano carabinieri e mezzi di soccorso: Sharon viene trasportata all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo ma alle 2.05 muore per “shock emorragico e asistolia” conseguenti a “ferite da taglio penetranti toraciche e dorsali”.

Iniziano subito le indagini. L’uso del singolare nella telefonata e il fatto che la donna non avesse indicato alcun nome, ha fatto subito pensare agli investigatori che l’assassino fosse sconosciuto alla vittima. Non solo: il cellulare non era stato rubato e questo ha fatto escludere anche la pista della rapina finita male. Gli inquirenti formulano già l’ipotesi che l’aggressore avesse aggredito Sharon in maniera casuale.

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