"Il racconto della persona offesa è da ritenersi credibile e attendibile in quanto lineare e coerente, circostanziato da plurimi riscontri e nemmeno contestati dall’imputata". È un passaggio delle motivazioni della sentenza di condanna a 4 anni e 10 mesi (pronunciata il 12 dicembre) per V.P. 32 anni, a processo per aver derubato dei suoi monili in oro (valore 10mila euro) l’anziana 72enne dove l’imputata era stata colf somministrando, in due circostanze, gocce di farmaco contenente benzodiazepine disciolte nella tisana. In quelle due occasioni la signora si era sentita male al punto da essere portata al pronto soccorso dove i medici avevano rilevato la presenza del farmaco. Le tisane “corrette“ erano state portate in una bottiglia, il 12 dicembre 2023 e il 9 gennaio 2024.
"I referti medici, la prova delle lesioni, sono stati morbosi certamente collegabili alle condotte violente utilizzate dall’imputata per stordire la vittima e razziare l’abitazione di quest’ultima approfittando del suo temporaneo stato di incoscienza". In particolare, un paio di orecchini con il chicco di caffè vennero trovati dai carabinieri in un Compro oro dove l’imputata si rivolse, prima degli avvelenamenti. "Dopo aver bevuto un bicchiere di tisana preparata dall’imputata – scrivono i giudici – la signora precipitò in uno stato di profondo torpore e confusione tale da richiedere l’intervento dei sanitari e il successivo ricovero ospedaliero, ove a seguito di specifici esami tossicologici venne rilevato nelle urine un dosaggio di benzodiazepine con valore positivo". Modalità identica per i due episodi del 12 dicembre e del 9 gennaio. "E in concomitanza vennero sottratti denaro contante (70 euro) e vari monili in oro. Non vi è alcuna ragione per non credere al racconto della persona offesa".
Francesco Donadoni