FRANCESCO DONADONI
Cronaca

L’assassino di Sharon Verzeni in cella solo, guarda la tv. Moussa Sangare: non mi serve niente

L’avvocato del giovane reo confesso: "Ha chiesto di madre e sorella, non vuole nulla. Si dice dispiaciuto. Presto per parlare di perizia". Consegnati ai Ris altri reperti. Domenica un presidio contro la violenza di genere

Bergamo – È il suo secondo giorno a San Vittore. Trasferito dal carcere di Bergamo per motivi di sicurezza dopo che alcuni detenuti avevano lanciato bombolette incendiarie. Una reazione che non ha sorpreso Moussa Sangare, che l’ha bollata come un episodio di bullismo nei confronti dell’ultimo arrivato, questo ventonovenne, origini maliane, di Suisio, che ha confessato l’omicidio di Sharon Verzeni. "Lui sarebbe rimasto anche a Bergamo", spiega il suo difensore, avvocato Giacomo May.

Ma come ha vissuto Moussa i giorni di carcere a Bergamo? In cella da solo, nessuna richiesta particolare. La televisione come evasione, passatempo per rompere la solitudine. Niente musica o libri. "Io gli ho chiesto più volte se aveva bisogno di qualcosa, ma lui ha sempre detto che andava bene cosi. Se ha mai citato Sharon? Sì. Moussa ha detto di essere dispiaciuto, pentito. Poi ha chiesto anche della mamma e della sorella. Nei prossimi giorni andrò a trovarlo". Il tema della perizia: "Al momento è ancora presto".

Nel frattempo proseguono ulteriori accertamenti. I carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo hanno depositato al Ris di Parma ulteriori reperti connessi all’omicidio di Terno d’Isola. Si tratta di uno zaino, due braccialetti ed i vestiti che indossava Moussa Sangare e recuperati all’interno di una borsa che il giovane aveva gettato sul fondo del fiume Adda, il 31 luglio, un paio di giorni dopo l’omicidio, intorno alle 3 del mattino, nelle vicinanze della località denominata "Adda Beach" nel comune di Medolago.

La borsa, nella quale il ventinovenne aveva gettato scarpe e altri coltelli che aveva in casa, era stata ritrovata la mattina del 30 agosto su indicazione dello stesso indagato. A recuperarla una squadra di sommozzatori volontari di Treviglio: la borsa era a circa 6 metri di profondità, adagiata al centro del fiume. Reperti che saranno sottoposti ad accertamenti irripetibili. E ci vorrà ancora del tempo prima che arrivino in procura gli esiti sul coltello utilizzato da Sangare per uccidere, e sui vestiti che Sharon indossava la notte dell’omicidio.

In particolare, dopo la confessione dell’arrestato ("mi sono appoggiato alla sua spalla"), gli uomini del Ris analizzeranno la maglietta approfondendo proprio quella parte alla ricerca di una traccia biologica. E ieri è stato sentito in audizione protetta anche il secondo ragazzino di 15 anni di Chignolo d’Isola minacciato con il coltello da Moussa mentre era in compagnia di un coetaneo. E come l’amico anche lui ha confermato quanto accaduto quella notte, cioè di aver incontrato Sangare mezz’ora prima che incrociasse Sharon a Terno d’Isola.

Domani alle 18,30 in Largo Rezzara, in città, dalle 18,30 si svolgerà un presidio organizzato dalla Rete bergamasca contro la violenza di genere. Da inizio anno sono state oltre 830 le nuove chiamate ai Centri antiviolenza della Bergamasca, 77 solo nel mese di agosto. Cifre che rendono bene l’idea di quanto questo fenomeno sia diffuso. Al presidio potrebbero essere presenti anche il compagno di Sharon, Sergio Ruocco, e i parenti della ragazza.