Terno d’Isola, 29 agosto 2024 – Secondo giorno di ricerche. Ripartono oggi, giovedì 29 agosto, le operazioni degli specialisti del Mu.Re, il museo recuperanti 1915-1918 Alto Garda Bresciano, guidati da Paolo Gibba Campanardi. Si dà la caccia all’arma che ha ucciso Sharon Verzeni, la barista di 33 anni assassinata con quattro coltellate il 30 luglio.
A un mese dal delitto che ha scosso tutta la comunità di Terno d’Isola e i paesi vicini, tutte le piste restano aperte. E gli investigatori sono al lavoro su numerosi fronti, avendo sentito – nel corso dell’inchiesta – più di cento persone.
“Il vile assassino di Sharon deve sapere che nessun ostacolo fermerà mai la sua individuazione”, ha ribadito il legale della famiglia della vittima, l'avvocato Luigi Scudieri, in una nota di ringraziamento alla “cittadinanza, al sindaco di Termo d'Isola e ai volontari del Mu.Re per la collaborazione prestata in queste ore diretta a consentire agli inquirenti gli opportuni accertamenti sui luoghi del delitto'”.
Le ricerche
Nel primo giorno di operazioni sono stati passati al setaccio oltre 120 tombini, oltre a siepi e cespugli in aree pubbliche e giardini privati. Epicentro dell’attività sono stati il torrente Buliga e il parco in cui il corso d’acqua scorre, considerati possibile vie di fuga del killer. Nessuna traccia rilevante è stata identificata.
Oggi, di buon mattino, le ricerche sono riprese, con focus iniziale su via Castegnate, la strada dove Sharon ha incontrato il suo assassino. I volontari del Mu.Re. lavorano sodo, anche se qualcuno ammette che, passato un mese dal delitto, non è detto che sia semplice ritrovare l’arma, anche fosse stata gettata in un tombino.
Nel corso della giornata dovrebbe essere esteso il raggio delle operazioni, passando al setaccio campi e terreni agricoli circostanti.
I testimoni
Non si fermano all’arma gli accertamenti degli investigatori. I carabinieri, dopo aver identificato l’uomo che procedeva in contromano con la bicicletta in via Castegnate la notte che è stata uccisa Sharon, stanno cercando di rintracciarlo.
Numerose le domande da rivolgergli, anche qualora non sia coinvolto direttamente nel delitto. Ha visto qualcosa? Perché – come sembra – si è allontanato a tutta velocità da via Castegnate? Cosa ci faceva in giro a quell’ora? Anche su questo fronte le ricerche continuano, dato che finora il “ciclista anonimo” ancora non si è presentato agli inquirenti. La speranza è che possano farsi avanti, oltre a lui, altri eventuali testimoni genuini (e non mitomani in caccia di notorietà come il presunto sosia bergamasco di Johnny Depp).
Chi l’ha visto?
Ieri, sulla base di una segnalazione arrivata da un frequentatore del centro di Terno d'Isola, si è saputo che un 35enne noto per il suo carattere aggressivo ma anche – pare – per accuse legate allo spaccio di droga è scomparso proprio dalla notte in cui è morta Sharon Verzeni. L’allontanamento – si chiedono gli inquirenti – ha a che fare con il delitto. Altre fonti sostengono che non sia l’unica sparizione “misteriosa”, notata negli ultimi giorni in paese.
Più di uno, fra gli sbandati che ruotano nell’area, potrebbe aver lasciato il territorio. Addii – temporanei? – che potrebbero avere a che fare anche con l’aumentata presenza di forze dell’ordine a Terno e nei paesi vicini, impegnati a investigare sull’omicidio della giovane barista.
I familiari e il compagno
I genitori di Sharon e il compagno Sergio Ruocco, per quanto è loro possibile, stanno cercando di riannodare i fili con la loro quotidianità. Sergio – sentito per tre volte come persona informata dei fatti – ha ripreso a lavorare nella ditta di impianti idraulici di cui è dipendente.
Papà Bruno si dedica al giardino. “Per provare ad allontanare i pensieri”, dice ai giornalisti. Troppe le domande dolorose che aleggiano intorno alla morte dell’amatissima figlia. “Ci interessa solo la verità”, dicono i familiari di Sharon. Difficile non condividere questo loro sentimento.