Terno d’Isola (Bergamo), 31 agosto 2024 – Il sollievo di una famiglia che non ha mai smesso di sostenere il proprio caro, Sergio Ruocco, di credere in lui. Mirko è uno dei due fratelli di Sergio, il fidanzato di Sharon Verzeni, 33enne uccisa a coltellate in via Castegnate a Terno d’Isola, la notte tra il 29 e 30 luglio. Vive a Seriate con la madre e l'altro fratello, Stefano.
Mirko, adesso come va?
"Un po' meglio. Comunque, alla fine, non ci sarà restituita Sharon".
Il suo assassino è in carcere, ha confessato.
"Noi speriamo che paghi, che non gli diano l'infermità mentale perché pazzo non è. E' uscito con un coltello e con l'intento di uccidere una persona. Vogliamo che paghi il massimo della pena, che non gli diano attenuanti, perché ha ucciso un'innocente, ci ha fatto soffrire, ha fatto soffrire mio fratello. Hanno speculato su mio fratello. E anche le persone che hanno detto certe cose dovrebbero vergognarsi. Niente. Vogliamo solo giustizia e che l'assassino di Sharon paghi".
Vi aspettavate questa conclusione?
"Io un po' me l'aspettavo che trovassero chi era stato. Però non avremmo mai pensato che potesse succedere una cosa del genere, uccidere così, per niente. Uccidere senza un motivo secondo me è ancora peggio".
Sergio?
"Ci siamo sentiti. Oggi viene a pranzo da noi".
Ieri cosa vi ha detto?
"Ha parlato con mia madre e le ha dato la notizia: 'Mamma, lo hanno arrestato'. Non è uno che parla tanto. Era contento, anche se anche dice che alla fine Sharon non gliela ridaranno".
Sua madre cosa dice?
"E' un po' più sollevata. Però anche per lei il pensiero è che Sharon non tornerà in vita. Oggi andremo al cimitero a trovarla".
Lei, Mirko, da chi ha saputo del fermo?
"L'ho saputo da un mio amico, un vicino, mentre stavo tornando a casa dal lavoro per la pausa pranzo. Mi ha mandato un articolo uscito su internet con la notizia che l'avevano arrestato. Al momento quasi non ci credevo neanche io. Poi ho visto la procuratrice di Bergamo in televisione. Lo ripeto. Voglio che paghi, che non gli diano attenuanti. Voi sapete come finiscono queste storie. Quello che voglio è che paghi".
Terno d'Isola è stata collaborativa?
"Poteva esserci un po' più di collaborazione. Magari delle persone non hanno visto l'assassino ma hanno visto qualcuno che passava. Potevano dire quante persone avevano notato in quel momento. Perché alla fine tutti vedono, ma quando succedono queste cose non vedono e magari hanno paura di andare a raccontare, hanno paura di essere interrogati o indagati".
Un ricordo di Sharon.
"La vedevamo per le feste, Natale, Pasqua, quando veniva a mangiare dai miei zii con Sergio. Sempre allegra, sorridente, una brava ragazza".
Aveva delle passioni? C'era qualcosa che le piaceva fare?
"Non parlava tanto di quello. Raccontava del suo lavoro, di come si trovava bene".
Con Sergio si preparavano al matrimonio?
"Avevano fatto il corso prematrimoniale. Avevano deciso per le nozze il prossimo anno. Era il loro progetto. Quando venivano per le feste mia madre diceva a Sharon: 'Dai, fate un bambino'. E Sharon rispondeva: 'Dillo a Sergio'. Io sarei diventato zio".
Insomma, è finita.
"Sì, almeno lo hanno preso. Che Sharon abbia giustizia, anche se lei, purtroppo, non torna più. E per cosa, poi? Per un gesto criminale che non si capisce. Adesso si sente già parlare di problemi mentali, ma quello non ha avuto problemi a uscire di casa e a uccidere una persona. Spero davvero che sconti tutto, che gli diano l'ergastolo".
A un certo punto Sergio si è trovato sotto pressione.
"E' stato bravo, calmo, collaborativo. Fin dall'inizio sapevano che non poteva essere stato lui. Secondo me anche quelli che indagano lo avevano già capito. Dai presupposti. Dalle telecamere che non l'avevano mai ripreso. Dalla persona che è mio fratello, uno che non sarebbe mai stato capace di fare una cosa del genere. Mio fratello è proprio buono".