Terno d’Isola (Bergamo) – La segnalazione è arrivata ai carabinieri di Bergamo da una persona che si trovava nel centro di Terno d’Isola la notte in cui Sharon è stata assassinata. Il testimone avrebbe fornito i nomi di una decina di persone che ha notato in quelle ore: tutte si sono rifatte vive nella zona nei giorni successivi al delitto, tranne una. Si tratta di un uomo, di circa 35 anni, che dal giorno del delitto sarebbe sparito dai radar, non si sarebbe fatto più vedere in piazza VII Martiri, cuore del paese, con bar e negozi, che fino alla fine di luglio frequentava assiduamente: un luogo cruciale nel giallo, perché da lì si dirama via Castegnate, dove Sharon è stata uccisa 10 minuti prima dell’una.
L’assenza “sospetta” dell’uomo, conosciuto per il suo carattere aggressivo, non indica automaticamente un suo coinvolgimento nell’omicidio, ma potrebbe essere frutto di una casualità. Elementi al vaglio di investigatori e inquirenti, nell’ambito di indagini coordinate dal pm di Bergamo Emanuele Marchisio che si stanno concentrando anche su chi frequenta il centro di Terno d’Isola di notte, tra cui alcuni sbandati, piccoli spacciatori, persone senza fissa dimora, vagliandone alibi e movimenti.
Passanti ripresi dalle telecamere sono stati identificati e ascoltati, tra cui alcune persone che quella sera transitavano in bicicletta. La testimonianza di uno dei ciclisti, in particolare, potrebbe essere di interesse investigativo. Resta ancora da rintracciare il misterioso uomo che si sarebbe allontanato in contromano su una bici, di cui gli inquirenti sono riusciti a ipotizzare il nome. Si segue quindi la pista di un killer che potrebbe nascondersi tra i frequentatori del paese.
Per questo ieri, seguendo il filo di un’ipotetica via di fuga, le ricerche dell’arma del delitto, con metal detector e sonde magnetiche, si sono concentrate nel Buliga, un torrente circondato da sterpaglie raggiungibile correndo in pochi istanti (ancora meno in bicicletta) dal civico 32 di via Castegnate, attraverso un percorso non coperto da telecamere.
Gli esperti del Mu.Re., il Museo Recuperanti 1915-18 Alto Garda Bresciano, coordinati da Paolo “Gibba" Campanardi, esperto che tra l’altro è protagonista di un programma tv, “Metal Detective”, hanno dragato il corso d’acqua, senza trovare lame. Hanno passato al setaccio anche il parchetto affacciato sul torrente, le siepi, i cespugli. L’ultimo atto di una battuta di caccia partita alle 7 da via Castegnate. Gli esperti incaricati dalla Procura hanno sollevato ogni tombino (120 quelli perlustrati in 12 ore) cercando all’interno, per arrivare fino a piazza VII Martiri. Si sono concentrati sulle vie circostanti chiuse al traffico, hanno setacciato prati e anfratti, giardini e il cortile di una scuola in un paese dove si contano 54 telecamere, 14 km di strade, 200mila metri quadrati di aree verdi. Se il killer ha gettato l’arma in un tombino, però, “sarà difficile trovarla un mese dopo”, ammette uno dei tecnici durante una pausa. Le piogge potrebbero averla infatti trascinata via, fino al fiume Brembo.
“Fa paura sapere che c’è un assassino in libertà – spiega una residente in via Castegnate – devono fare di tutto per trovarlo”. I bambini chiedono incuriositi ai genitori i motivi dello spiegamento di forze, il sindaco Gianluca Sala rassicura: “Questo è un paese tranquillo”.
Intanto in un’inchiesta ancora senza indagati per omicidio sono già due le persone che rischiano guai giudiziari: dopo la denuncia per falsa testimonianza del 76enne Antonio Laveneziana (ripreso dalle telecamere sul balcone in via Castegnate al momento del delitto, ha detto: “Non ho visto né sentito niente“), i carabinieri hanno denunciato per l’accusa più grave di favoreggiamento Fabio Delmiglio, attore e sosia di Johnny Depp. Si era presentato in caserma riferendo di aver conosciuto Sharon. Poi ha ammesso di essersi inventato tutto per ricavarne un po’ di popolarità.