Bergamo, 2 agosto 2024 – Un primo punto fermo. Sharon Verzeni non si è difesa la notte tra lunedì e martedì, quando camminando per via Castegnate, a Terno d’Isola, ha incrociato il suo assassino. Il dato è emerso dell’autopsia eseguita ieri mattina al Papa Giovanni XIII dal medico legale Matteo Marchesi, incaricato dal pm Marchisio. Esame che è durato un paio di ore.
L’accertamento ha detto anche che la 33enne è stata colpita da quattro coltellate, di cui tre quelle mortali inferte in profondità con una lama importante. Un fendente al petto, e altre due alla schiena che hanno leso la zona polmonare provocando un’emorragia interna. Un’altra non mortale.
Al momento non è stato possibile stabilire quale sia stata la prima, il che non consente ancora di stabilire se la giovane sia stata presa alle spalle dal suo assassino oppure se sia stata aggredita frontalmente e poi si sia voltata per provare a scappare. Su un braccio sono stati trovati dei segni che però sono interpretabili in un duplice modo: possono essere stati provocati da qualcuno che l’ha afferrata, o per l’effetto delle manovre di soccorso da parte del personale del 118 intervenuto dopo la chiamata di aiuto. Sono stati prelevati anche diversi campioni di materiale biologico che, insieme ai vestiti della vittima, ora verranno inviati al Ris di Parma per le analisi genetiche alla ricerca del Dna.
I funerali di Sharon Verzeni
La salma è stata restituita alla famiglia per i funerali. E ieri mattina i genitori di Sharon, papà Bruno e mamma Maria Teresa, di Bottanuco, accompagnati dal compagno della figlia, Sergio Ruocco, hanno voluto salutarla per l’ultima volta Sharon, alla camera mortuaria in ospedale. “Possiamo soltanto ringraziare le forze dell’ordine”, le poche parole pronunciate da Bruno Verzeni quando, dopo un’ora dall’arrivo, ha lasciato l’ospedale. Ai cronisti che li attendevano all’esterno della camera mortuaria, i familiari hanno chiesto silenzio. “Non è il momento”, ha sussurrato il padre, visibilmente provato.
Il punto sulle indagini. Al momento nessuna pista viene esclusa. Anche se quella della rapina resta la più debole: l’assassino non ha portato via né il cellulare né le chiavi di casa della vittima. E poi perché colpirla per quattro volte? No, quello che è accaduto alle 00.50 di martedì apre ad altri scenari inquietanti. Potrebbe essere stato un tentativo di approccio, magari qualcuno che aveva covato del rancore nei confronti della 33enne, descritta però come solare ma riservata, senza particolari passioni. Che usciva la sera, come lunedì, da sola e talvolta con il compagno Sergio per diminuire di peso. Quel lunedì nessuno ha visto o sentito qualcosa. In via Castegnate, all’altezza del civico 32 ci sono ancora per terra piccole chiazze di sangue. Si indaga anche nella cerchia famigliare e delle amicizie.
Le indagini
Al vaglio degli inquirenti le immagini delle telecamere di zona. Non è un lavoro semplice, vista la quantità di immagini, che potrebbero ricostruire il percorso fatto da Sharon. Il compagno non era con lei e non comparirebbe in nessuna ripresa. Dalla loro abitazione di via Merelli si vede uscire solo lei. Il tratto dell’aggressione non è coperto. Al momento non è possibile stabilire dove fosse l’aggressore. La villetta dista meno di un chilometro da via Castegnate. A piedi, la si raggiunge in nove minuti. Lei è uscita di casa dopo la mezzanotte, la chiamata al 112 - “Aiuto, sono stata accoltellata” - è avvenuta intorno alle 00.50. L’arma del delitto resta da trovare.