FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Faida tra trapper, per il tentato omicidio di Simba La Rue arrivano quattro condanne e pure le scuse

Il processo a Bergamo per le coltellate a Treviolo la notte del 16 giugno 2022. Sei anni di carcere per Moaad Amagour, sette anni per Youness Fouad e Francesco Menghetti. Samir Benskar patteggia 5 anni

NOHEADLINE

NOTEXT

Bergamo – L’ascia di guerra è stata sotterrata. Così pare. In aula gli imputati hanno chiesto scusa. Dichiarazioni che sembrano segnare una sorta di pax in questa faida tra trapper contrassegnata anche da episodi di violenza: come quello di Treviolo, la sparatoria in corso Como, a Milano, dove fu coinvolto Simba La Rue, o la rapina ai danni di Baby Touchè, fatti che cozzano con la musica, le canzoni che su YouTube spopolano con milioni di visualizzazioni. C’erano tutti e quattro gli imputati questa mattina in tribunale per l’udienza preliminare davanti al gup Riccardo Moreschi per l’accoltellamento a Simba La Rue, 22 anni, alias Mohamed Lamine Saida, avvenuto a Treviolo la notte del 16 giugno 2022.

Si è trattato di un tentato omicidio, come aveva chiesto il pm Emma Vittorio, reato confermato dopo la perizia. I fendenti, come ha stabilito nella scorsa udienza il medico legale (dottoressa Chen Yao, incaricata dal gip) valutando le cicatrici e la lettura delle cartelle cliniche, avrebbero potuto anche uccidere La Rue. Il perito aveva spiegato che era stata usata una lama di almeno 3-4 centimetri, sei i punti attinti dal coltello, a destra, dal volto alla gamba. Uno alla schiena all’altezza del polmone e uno al femore vicino all’inguine, questi i più pericolosi.

La Rue ha rischiato l’amputazione, ha subito una lesione all’arteria femorale che era emersa in un secondo momento, al punto che era stato necessario un intervento chirurgico effettuato all’ospedale di Lecco. A rispondere per i fatti di Treviolo erano in quattro: Moaad Amagour, 26 anni, ai domiciliari (avvocato Cinquepalmi), fratello di Baby Touchè, nome del trapper padovano Mohamed Amine, rivale di Simba La Rue; Youness Fouad, 22 anni (difeso dall’avvocato Rossini), unico in carcere perché non aveva un domicilio. Ma ieri il suo difensore ha avanzato la richiesta di scarcerazione a cui il pm ha dato il suo parere favorevole. Nelle prossime ore Fouad lascerà la cella per i domiciliari. Inoltre tramite il suo legale ha risarcito con 2mila euro, soldi che saranno versati al Patronato San Vincenzo.

E ancora, Francesco Menghetti, milanese di 26 anni, assistito dall’avvocato Tomaselli. I tre hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Il pm aveva chiesto per loro una condanna a 8 anni (quella sera furono 2-3 le mani che agirono ferendo La Rue, durante l’aggressione sfuggita di mano). Il giudice Moreschi ha deciso diversamente: 6 anni per Moaad Amagour, e sette anni per gli altri due. C’è un quarto imputato, Samir Benskar, 21 anni, padovano, l’unico che ha patteggiato: il suo avvocato Lombardo ha concordato con il pm una pena a 5 anni, che oggi è stata confermata.

Del resto la sua posizione, come è emerso nel corso dell’istruttoria, era defilata rispetto a quella degli altri imputati. Anche Benskar, come Fouad, ha risarcito con 5 mila euro che sono stati destinati pure al Patronato San Vincenzo. Motivazioni fra 90 giorni. I difensori valuteranno se ricorrere in appello o meno.

All’uscita baci e abbracci fra Baby Touchè (con una zazzera folta e lunga) e il fratello e gli altri amici. Aspettavano la sentenza seduti al tavolino di un bar poco distante dal tribunale. Il pm Vittorio ha chiuso anche il fascicolo sullo stesso episodio di Treviolo con altri cinque indagati. Tre sono ragazze, due bresciane di 22 anni, accusate di favoreggiamento degli aggressori. Chi invece ha ruolo più pesante in questa vicenda è Simona Boscali, 33 anni, in arte Bibi Santi, la ex di La Rue, ritenuta la mandante. Voleva farla pagare a Simba per i maltrattamenti subiti, ma non pensava che potesse spuntare anche il coltello. Quella sera i due stavano tornando a Treviolo dopo essere stati in Città Alta. La Boscali, difesa dall’avvocato Bonomo, si era già fatta interrogare dal pm.