MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Soccorso alla torre millenaria. I “dottori“ lavorano sospesi

Si corre ai ripari a Bergamo dopo che dalla struttura di epoca medievale sono piovuti calcinacci. Il Comune ha incaricato tre funamboli-restauratori, ma serve un intervento complessivo.

Tre funamboli-restauratori “picchettano“ le pietre della Torre del Gombito

Tre funamboli-restauratori “picchettano“ le pietre della Torre del Gombito

Ha quasi mille anni di storia (è datata XII secolo) ed è il simbolo di Città Alta. Ma ora la Torre del Gombito, di epoca medievale, che segna il crocevia tra la Corsarola (la via principale di Bergamo alta), via Mario Lupo e San Lorenzo, necessita al più presto di un intervento di restyling. Nei giorni scorsi, infatti dalla torre, che è alta 52 metri, sono piovuti a terra calcinacci: le “mantovane parasassi“ posizionate alla base del monumento non sono bastate, il materiale anzichè essere raccolto dalle strutture, è finito sulla strada, con il rischio, potenziale, di colpire qualcosa o qualcuno. Per fortuna non ci sono state conseguenze, ma è scattato l’allarme e il Comune di Bergamo, come primo passo urgente, ha incaricato tre funamboli-restauratori di “picchettare“ le pietre della Torre del Gombito, per raccogliere i frammenti a rischio crollo. I tre professionisti hanno lavorato nelle giornate di giovedì e venerdì, calandosi con le funi da 52 metri di altezza insieme a delle sacche in plastica, sorta di “carriola“ sospesa per raccogliere il materiale in fase di distacco. Ora faranno un report dove sarà fatto il punto sullo stato di salute della torre medievale. L’allerta è alta. "Un intervento di restauro complessivo non è stato messo a bilancio e non è nel Piano delle opere pubbliche, si tratterebbe di lavori pari a 600mila euro", spiega Ferruccio Rota, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Bergamo. Gli scenari che si aprono sono diversi: il restauro complessivo, previo reperimento risorse, la rimozione totale delle “mantovane parasassi“ (nel caso in cui, dopo l’intervento dei restauratori-rocciatori, non ci siano più rischi di caduta di pietre), o il posizionamento di nuove strutture a raccogliere eventuali frammenti. L’operazione di messa in sicurezza effettuata in questi giorni ha riguardato anche la rimozione di arbusti e infestanti vegetali dalle pietre che compongono l’antica torre, in tutto 6.827 conci di pietra arenaria di Sarnico.