MILLA PRANDELLLI
Cronaca

Bloccata nell’Abisso Bueno di Fonteno: “Ottavia collabora. Siamo attrezzati per diversi giorni”

La speleologa di Adro in Franciacorta, 33 anni, si è infortunata gravemente a circa 4 chilometri dall’ingresso della cavità carsica mentre stava mappando una zona ancora non presente nelle cartine. All’esterno della grotta si coordina l’intervento di recupero: “Si lavora in spazi molto stretti con acqua e fango ma ce la faremo”

Fonteno (Bergamo) – Ottavia Piana, la speleologa di Adro in Franciacorta, 33 anni, quando si è infortunata gravemente a circa 4 chilometri dall’ingresso della cavità carsica Abisso Bueno di Fonteno, parzialmente inesplorata e una delle più estese d’Italia, stava mappando una zona ancora non presente nelle cartine. Un lavoro, questo, che l’appassionata esploratrice seguiva da anni con i colleghi di Progetto Sebino, che sono entrati nell’antro la prima volta nel 2006.

“Al momento siamo attrezzati per restare fino a mercoledì notte - ha detto Mauro Guiducci, vicepresidente nazionale del Soccorso Alpino e speleologico – l’intervento è molto complesso e non sappiamo quanto tempo sarò necessario. Sia per la distanza, sia per la tipologia della grotta. Ottavia è molto collaborativa, anche nelle parti di trasporto. È costantemente monitorata dalla nostra equipe medica. Nel frattempo si lavora per fare passare la barella perché il percorso non è solo difficile, ma anche molto angusto. Siamo tutti preparati a lavorare in situazioni difficili. Ovviamente tutto si complica perché si lavora in spazi stretti, con fango e acqua e in condizioni complicate, se non proibitivi. All’interno ci sono circa cinque gradi. Ottavia viene controllata in un ambiente che viene creato tramite una speciale tenda e che viene riscaldato. Anche per questo andiamo con lentezza. Non lasciamo nulla al caso. Lei, essendo molto esperta, capisce la situazione”.  

Al campo base di giorno e di notte ci sono almeno 100 tecnici del Soccorso alpino, chi entra in grotta e chi esce. I cambi sono frequenti perché il lavoro è molto faticoso e servono attenzione e prontezza. Intanto a casa tutti aspettano la speleologa: la famiglia preferisce non parlare alla luce della delicatezza dell’intervento e nemmeno i colleghi si esprimono. La speranza è quella di vederla presto e poterla riabbracciare. Anche i colleghi del Gruppo Speleo Cai Lovere, a cui è tesserata, gli altri gruppi della zona e gli esperti di “Progetto Sebino” la attendono. Sono tutti fiduciosi. Una volta uscita dall’abisso Ottavia sarà portata in ospedale, probabilmente in eliambulanza. Solo allora si saprà esattamente quali lesioni ha riporta nell’incidente: il secondo che ha avuto nel giro di poco più di un anno all’interno dell’Abisso Bueno. La prima volta, a luglio del 2023 erano servite 40 ore per riportarla all’aperto. Aveva lesioni a una gamba. Questa volta le ferite sarebbero più gravi: agli arti, al busto e al viso.