Bergamo, 4 ottobre 2024 – Nell’ambito di un’operazione antiterrorismo su vasta scala un giovane di 22 anni, di origini egiziane e domiciliato ad Alzano Lombardo, è stato arrestato per “attività di proselitismo sul web”.
Il giovane, pizzaiolo in un locale di Bergamo, aveva pubblicato anche foto personali mentre imbracciava armi e inneggiava al martirio e all’uso della violenza. secondo gli inquirenti, progettava attacco nella chiesa patronale di San Alessandro in colonna.
Odio social
L'indagine sul 22enne di origini egiziane arrestato a Bergamo con l'accusa di apologia del terrorismo è iniziata a settembre quando gli investigatori hanno approfondito le segnalazioni sul giovane per lo spiccato attivismo su diversi social in merito a tematiche jihadiste.
“In particolare, grazie alle evidenze investigative - si è rilevato come il giovane si sia costantemente impegnato nella condivisione ed esaltazione sul web di contenuti apologetici riguardanti l'IS e la Jihad Islamica Palestinese e la pratica del martirio””.
La radicalizzazione
I contenuti postati, peraltro, si sono progressivamente connotati per una peculiare forma di radicalizzazione che coniuga la matrice religiosa con un profondo sentimento antisemita" hanno spiegato gli inquirenti. Oltre a messaggi di propaganda dello Stato islamico, inneggianti alla jihad, al martirio ed all'uso della violenza contro i Kuffar, gli “infedeli”, in quanto cristiani e messaggi celebrativi della ricorrenza dell'11 settembre, il giovane aveva pubblicato anche foto personali mentre imbracciava armi.
L’anticristo
L'indagato - riferisce la Polizia - profila pure la figura di Masih al-Dajjal (l'Anticristo), che secondo la dottrina islamica apparirà nel “Giorno del Giudizio” nell'Islam, precisando che in quella circostanza musulmani e cristiani si uniranno in una lotta per combattere un terzo nemico, che viene indicato negli “israeliani ebreì, ma che, una volta sconfitti gli ebrei, i musulmani combatteranno i cristiani”.
I contatti
Nel contesto delle attività, è pure stato ricostruito il circuito relazionale dell'indagato e sono stati sottoposti a perquisizione personale, con sequestro dei dispositivi informatici utilizzati, due connazionali. Dalle indagini è emerso, infatti, che il giovane non è un semplice “lupo solitario”, ma opera in sinergia con altri soggetti con cui si coordina nella condivisione di progettualità comuni.