Terrorismo a Bergamo, il pizzaiolo arrestato lavorava di fronte alla chiesa che voleva far saltare

Il 22enne residente ad Alzano era in Italia da pochi mesi. Gli inquirenti: “Programmava un atto violento e pericoloso”

Una delle immagini postate sui social dal giovane egiziano arrestato per terrorismo e mostrate durante la conferenza-stampa

Una delle immagini postate sui social dal giovane egiziano arrestato per terrorismo e mostrate durante la conferenza-stampa

Bergamo, 4 ottobre 2014 – Lavorava in una pizzeria di Bergamo, che si trova proprio davanti alla chiesa patronale di San Alessandro in colonna che aveva messo nel mirino il ventiduenne egiziano arrestato dalla Digos di Brescia e Bergamo per apologia del terrorismo.

Brescia, il procuratore Francesco Prete procuratore capo e a destra il questore Eugenio Spina
Brescia, il procuratore Francesco Prete procuratore capo e a destra il questore Eugenio Spina

Era “in Italia da pochi mesi e con un permesso di soggiorno in scadenza” ha aggiunto il procuratore capo di Brescia Francesco Prete durante la conferenza-stampa.

Per il gip che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare: “Ha dimostrato di voler programmare un atto fortemente violento e pericoloso, che si inserisce nel quadro di una personalità dalle posizioni estremamente radicali e con una ideologia intrisa di esecuzioni cruente, sparatorie”.

L’indagine

L'indagine sul 22enne di origini egiziane arrestato a Bergamo con l'accusa di apologia del terrorismo è iniziata poche settimane fa quando gli investigatori hanno approfondito le segnalazioni sul giovane per lo spiccato attivismo sui social.

Professava idee estremiste e nei contenuti postati sui vari social coniuga la matrice religiosa con un profondo sentimento antisemita. Le attività di indagine dell'Antiterrorismo proseguono anche sul versante dell'appartenenza dell'indagato all'associazione terroristica di matrice islamica denominata "Islamic State Khorasan Province” (ISKP).