ARDESIO (Bergamo)
Poteva avere conseguenze gravi la grossa frana che nella notte tra martedì e mercoledì, a una quota superiore ai 2mila metri di altezza, si è staccata dal pizzo Arera (foto), sul versante seriano, sopra Valcanale di Ardesio, lasciando parecchio materiale sul manto nevoso della zona sottostante, un pendio a 1.700 metri.
Se il distacco del materiale roccioso fosse avvenuto di giorno, infatti, avrebbe potuto causare una tragedia, visto che quella è una zona molto frequentata dagli scialpinisti, anche se in questo periodo salgono in pochi perchè è un’area che rimane in ombra fino a primavera. Ad accorgersi e a documentare quanto è accaduto è stato Cesare Pisoni, atleta e allenatore di snowboard della campionessa bergamasca, Michela Moioli, punta di diamante della Nazionale, che, com’è sua abitudine, si era recato sulle nevi di Valcanale per un’uscita di alpinismo.
"Appena sono arrivato nella zone dei vecchi impianti di risalita di Valcanale ho notato una grande macchia marrone sulla roccia dell’Arera e ho capito subito che era scesa una grossa frana - spiega Pisoni - Il fenomeno si spiega con il fatto che quella dell’Arera è una roccia calcarea, simile a quella delle Dolomiti. È per di più una roccia marcia, in cui i distacchi sono abbastanza facili. Il meteo di questi ultimi giorni ha visto prima una nevicata abbondante in quota, poi la pioggia: questo ha provocato importanti infiltrazioni di acque nella roccia, che è poi gelata perchè la notte tra martedì e mercoledì il cielo è stato sereno. Così l’acqua nella roccia si è espansa e ha provocato il distacco".
"Per fortuna dove è caduta la frana è una zona disabitata - spiega il sindaco di Ardesio Yvan Caccia - dove non sono presenti nemmeno delle baite. Adesso, con la neve, non è possibile intervenire quanto materiale sia franato. Lo faremo in primavera".
Sul pericolo valanghe anche Damiano Carrara, che guida la VI delegazione orobica del Soccorso Alpino, sottolinea come "la situazione alle quote più alte è critica: sopra il limite del bosco ci sono stati apporti di neve importanti, ma anche alle quote più basse bisogna prestare attenzione ai lastroni da vento. Sono possibili valanghe spontanee, che potrebbero raggiungere anche le vie di comunicazione".
Michele Andreucci