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Nembro, uccide il padre e accoltella la madre perché “delle voci mi dicevano: ammazza”

Lo ha detto al giudice Matteo Lombardini, accusato di omicidio. Quattro giorni prima del delitto aveva chiesto all’ospedale di Alzano Lombardo di essere ricoverato, ma lo avevano dimesso prescrivendogli di rivolgersi al centro di salute mentale

Il palazzo dov'è avvenuto il delitto a Nembro, l'immobile sotto sequestro e un mazzo di fiori davanti al portone

Avrebbe ucciso il padre a coltellate e ferito gravemente la madre perché “delle voci” gli hanno detto di farlo. È questo che Matteo Lombardini ha raccontato al giudice per le indagini preliminari Stefano Storto durante l’interrogatorio seguito all’omicidio del padre Giuseppe, di 72 anni, e al tentato omicidio della madre Maria Angela Stella, di 67 anni.

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Ho sentito “delle voci che mi dicevamo: ammazza”, ha detto Lombardini, di 35 anni, al giudice. L'interrogatorio è avvenuto all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove l'uomo è ricoverato in stato di arresto per i suoi problemi psichici. Il giudice ha convalidato l'arresto e ha disposto come misura cautelare il collocamento dell’uomo in una casa di cura in attesa del processo, come peraltro chiesto dal legale dell'arrestato, l'avvocato Marco Avilia.

Lombardini, che in passato era stato in curo per patologie psichiatriche, già quattro giorni prima del delitto aveva contattato l'ospedale di Alzano Lombardo chiedendo di essere ricoverato perché si era reso conto di avere difficoltà. Non erano però emersi presupposti clinici per arrivare al ricovero: era stato visitato e dimesso con la prescrizione di rivolgersi a un centro di salute mentale. Prescrizione che Lombardini aveva seguito.  Non sarebbero inoltre emersi elementi scatenanti del delitto diversi dai problemi psichici di Lombardini.