FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Uccisa a coltellate in strada. Interrogata la madre del fidanzato. Il mistero della lettera anonima

Il testo trovato dove la 33enne è stata massacrata. "Non siate complici dell’assassino, chi sa parli". Si scava nella vita della vittima e del compagno. La mamma dell’uomo: "Per lui metterei la mano sul fuoco".

Uccisa a coltellate in strada. Interrogata la madre del fidanzato. Il mistero della lettera anonima

Maria Rosa Sabadini, la madre del compagno della vittima, nel momento in cui giunge al comando dei carabinieri

Da madre dice: "Metterei la mano sul fuoco per il mio Sergio", il compagno di Sharon, la ragazza che più di altre ha capito suo figlio. "Stavano bene assieme". Il concetto, mamma Maria Rosa Sabadini lo ha ripetuto con forza anche ieri alla caserma del comando provinciale dei carabinieri dove è stata sentita per tre ore come persona informata sui fatti. È arrivata in auto accompagnata dai figli e con la stessa è andata via senza rilasciare dichiarazioni ai cronisti. Si continua, dunque, con gli interrogatori nell’ambito della sfera famigliare. Martedì era toccato ai genitori di Sharon, papà Bruno Verzeni e mamma Maria Teresa Previtali (sentiti per oltre sette ore), il giorno prima ancora alla sorella maggiore di Sharon, Melody (accompagnata dal marito Stefano Campana), e al fratello più piccolo, Christhoper, quello che vive ancora in casa, nella villetta di via Adda, a Bottanuco. Ieri oltre alla mamma di Sergio Ruocco nel pomeriggio sono stati sentiti (per la prima volta) gli zii della vittima. Oggi è in agenda un’altra tornata di interrogatori: giornata piena, mattino e pomeriggio.

Tutto ruota attorno alle due famiglie, quella di Sharon e di Sergio. Chiaro l’intendimento in questa fase: approfondire gli aspetti legati alla vita della vittima e a quella del compagno. Perché è anche nelle pieghe più intime che gli investigatori ritengono si possa trovare lo spunto che oggi manca per dare una svolta al giallo. Fino ad ora, dalle indagini e dalle testimonianze raccolte dai carabinieri del Nucleo investigativo (in collaborazione con i Ros) non sembra essere emersa alcuna ombra sulla barista. E tantomeno dalla relazione con Sergio. L’avvicinamento a Scientology al momento non pare aver dato qualche risultato interessante. Riguardo alle camminate serali, i genitori della 33enne hanno ribadito che Sharon non usciva mai così tardi da casa. E perché quella sera sì? Qualche sospetto lo ingenera. Doveva vedere qualcuno? La 33enne arriva in via Castegnate a mezzanotte e cinquanta, viene aggredita, accoltellata quattro volte (tre fedenti alla schiena, uno al torace), barcolla, ma prima di cadere a terra con il cellulare riesce ad allertare il 118: "Aiuto, mi ha accoltellata". Le sue ultime parole.

E proprio lì, in via Castegnate a Terno d’Isola, dove si è formato un piccolo altarino improvvisato sul muretto di cemento, tra fiori e lumini e comparso un foglio, una lettera anonima su cui è scritto a mano: "La morte è inevitabile, ma la violenza no. Caino ha colpito ancora, diceva il sacerdote il giorno del funerale. Ma Caino sta colpendo, uccidendo ogni giorno. Quel coltello maledetto sta colpendo tutti. Sta affondando la sua lama lentamente nei nostri cuori, creando dolore, rabbia, rimpianti". Iinfine l’appello: chi sa, parli. "Nessuno può riportarcela indietro, ma qualcuno può dare una spiegazione a tutto ciò. Non siate complici di questa brutalità. Sharon è figlia di tutti. Chi sa non volga le spalle, non si nasconda, ma abbia il coraggio di dare giustizia a una vita".

Le indagini proseguono serrate. Si attendono i risultati dei Ris di Parma sui vestiti che indossava la barista. Ma per avere gli esiti, fanno sapere, ci vorrà ancora tempo e non è così scontato che si possa trovare un Dna per essere poi comparato con i tamponi effettuati nei giorni scorsi ai residenti della zona. Le telecamere e il super-testimone, tal Antonio Laveneziana, 76 anni, con precedenti, che da tre anni vive con la moglie in un monolocale sopra la tabaccheria che dista 150 metri dal luogo dell’omicidio: una telecamera lo ha ripreso sul balcone di casa che fumava mentre Sharon veniva ammazzata. Sentito dai carabinieri ha ripetuto di non aver visto e sentito nulla. Che peso dare? Si cerca ancora quella persona in bicicletta che è passata per via Castegnate in orario compatibile con l’agguato. Magari uno dei 60 impianti di videosorveglianza che da giorni gli investigatori stanno monitorando potrebbe averlo ripreso. Un lavoro lungo, reso ancor più complicato dalla scarsa qualità delle immagini.