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Joy Omoragbon, la nigeriana uccisa a coltellate dal connazionale
Bergamo – Assolto per incapacità mentale per l’omicidio della compagna. Ma lo psichiatra che per due volte aveva sottoposto a perizia Aimiose Osarumwense, 46 anni, di nazionalità nigeriana, ne aveva evidenziato anche la pericolosità sociale.
Per questo motivo la Corte d’assise (presidente Ingrascì, a latere la collega Mazza) ha stabilito che Osarumwense dovrà stare nella Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Castiglione delle Stiviere, a Mantova, per 8 anni. Il pubblico ministero Cocucci aveva chiesto per l’imputato 25 anni nella struttura per curarsi. Il difensore, avvocato Pierotti, aveva chiesto 10 anni “per dargli un minimo di speranza”. Ogni sei mesi l’uomo verrà valutato per accertare il suo stato di pericolosità. La sentenza è stata pronunciata ieri mattina.
L’omicidio nella Bassa, a Cologno al Serio. Joj Omoragbon, 49 anni, nigeriana, venne uccisa nel monolocale di via Donizetti, dove da anni la donna viveva con Aimiose. Quel giorno i due avevano litigato e l’uomo aveva afferrato un coltello e l’aveva colpita più volte al torace. Nel 2013 l’imputato era stato sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio per via di un’altra aggressione alla compagna. In quell’occasione erano emersi i suoi disturbi psichici e gli erano stati prescritti dei farmaci.
Finché il 45enne si è attenuto alle disposizioni dei medici, la sua situazione è migliorata. Ma nel dicembre 2023 l’imputato aveva perso il lavoro e aveva iniziato a mostrare nuovamente comportamenti strani, che avevano causato degli attriti con la compagna. In un paio di occasioni erano intervenute le forze dell’ordine, ma la donna non aveva voluto sporgere denuncia. La situazione è degenerata il giorno dell’omicidio. Il 28 marzo 2024, al culmine di una discussione, il 46enne ha brandito un coltello da cucina con il quale ha inferto sei coltellate: tre alla schiena e tre al torace.
Come stabilito dall’autopsia, il fendente letale è stato quello che ha centrato Omoragbon al cuore. In seguito ai risultati della perizia psichiatrica eseguita dal dottor Biza, la pm Cocucci ne aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato per incapacità mentale e la permanenza nella Rems per 25 anni. Secondo l’avvocato Francesco Pierotti, che difende il 46enne, sarebbe troppo tempo e ha indicato 10 anni “per dargli un minimo di speranza”.