Uccise il figlio a coltellate. Condannato a nove anni

Per Paolo Corna, 77 anni, il pm aveva chiesto 21 anni. Riconosciute le attenuanti

Uccise il figlio a coltellate. Condannato a nove anni

Per Paolo Corna, 77 anni, il pm aveva chiesto 21 anni. Riconosciute le attenuanti

È stato condannato a 9 anni e 4 mesi Paolo Corna, 77 anni, che il 3 settembre 2023 uccise con tre coltellate il figlio Giambattista “Titta“, 54 anni, dopo una lite. La lettura della sentenza da parte della Corte d’assise presieduta dal giudice Patrizia Ingrascì, a latere la collega Anna Ponsero. All’imputato sono state riconosciute le attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante del legame familiare. Il difensore, avvocato Barbara Bruni, aveva chiesto il riconoscimento dell’attenuante della provocazione, non tanto e non solo per la richiesta di soldi il giorno dell’omicidio, quando il figlio cercò anche di aggredire la madre, ma per aver accumulato frustrazioni e difficoltà nel tempo per causa sua. L’istanza, così accolta e ritenuta prevalente sull’aggravante, ha fatto notevolmente scendere la condanna rispetto ai 21 anni chiesti del pm Letizia Aloisio. L’omicidio era avvenuto in un contesto familiare difficile, esasperato dalla presenza della vittima, nell’abitazione di via Castelrotto, a Bottanuco. Un passato di dipendenze, in particolare dall’alcol. Un rapporto complicato con il padre che, secondo il pm esercitava con forza la sua autorità sul figlio. Le sfuriate del fratello nel corso degli anni sono state descritte in aula dalle 3 sorelle e dalla madre, spesso vittime di aggressioni verbali e fisiche. Giambattista aveva trascorso sette anni in comunità per curare le sue dipendenze, poi aveva conosciuto una donna, aveva comprato casa, avevano avuto un figlio che poi è stato affidato a una zia. La vittima lavorava tutta la settimana e consegnava l’intero stipendio ai genitori. Nel fine settimana chiedeva denaro per uscire e andare al bar. Come quel giorno in cui il papà ha impugnato un coltello. Aveva rincorso il figlio in camera da letto colpendolo e lasciandolo esanime sul pavimento prima di chiamare i carabinieri. C’era stata una prima discussione perché il 54enne aveva chiesto al padre 20 euro. La Corte ha accolto la richiesta avanzata dalla difesa, avvocato Barbara Bruni, di consentire all’imputato, agli arresti domiciliari a casa con la moglie, di uscire un’ora alla settimana. Alla lettura della sentenza erano presenti, come ad altre udienze, la moglie Giuseppina con le figlie Paola, Cristina e Sonia. Francesco Donadoni