REDAZIONE BERGAMO

Ucciso da una bobina: tragedia a Bergamo, il caso Regazzi

Non poteva sapere del pericolo. Così una bobina lo ha ucciso

Una serie di cause concorrenti, si legge nelle motivazioni, all’origine dell’incidente mortale sul lavoro, avvenuto il 5 novembre del 2018 a Filago, all’interno della ditta Diesse Ruber Hoses spa, in cui perse la vita Matteo Regazzi, elettricista di 38 anni, sposato, dipendente della Elettrobonatese. Il decesso dopo essere stato schiacciato da una bobina di 275 chili trasportata su un carrello elevatore, risultato inadeguato e inidonea per il trasporto. La bobina colpi la vittima mentre era abbassata.

La sentenza, pronunciata il 20 settembre dal giudice Nava, ha condannato tutti gli imputati: anno e 8 mesi per Giuseppe De Stasio, 72 anni, datore di lavoro delegato dal consiglio di amministrazione della Diesse Rubber Hoses spa di Filago; un anno e 2 mesi per Cesare Previtali 53 anni, amministratore unico della Elettrobonatese srl di Bonate Sopra; 8 mesi per Lucian Sturzu, 41 anni, origini romene, quel giorno si trovava alla guida del muletto. Per tutti gli imputati pena sospesa, non menzione per l’amministratore unico della Elettrobonatese e per il conducente del muletto. Riconosciute le attenuanti generiche equivalenti all’aggravante. Inoltre sanzione pari a 79.890 euro per la Diesse Rubber Hoses, e 7.500 euro di sanzione per la Elettrobonatese. Il pm Giancarlo Mancusi aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati e delle società coinvolte con pene più alte. Le difese avevano chiesto l’assoluzione. Tornando alle cause, nelle motivazioni si cita l’ inadeguata valutazione del rischio. In primo luogo non sono state fornite da parte della Diesse Rubber, ditta committente dei lavori, dettagliate informazioni dei rischi esistenti nell’ambiente in cui erano destinati a operare i due dipendenti della Elettrobonatese, vale a dire Matteo Regazzi e il suo collega. In particolare non erano state precisate le aree dove avrebbero dovuto effettuare la loro attività. Quel giorno erano stati incaricati di effettuare la manutenzione e lo smantellamento della linea elettrica del locale compressori, vicino a dove è avvenuto l’infortunio mortale. Altro punto, la carente valutazione del rischio con riferimento alle modalità di movimentazione delle bobine tramite carrello elevatore con forche. Tenuto conto di una eventuale brusca frenata di emergenza del carrellista, la Diesse avrebbe dovuto considerare con attenzione il rischio connesso con il trasporto della bobina e alla movimentazione. F.D.