CASAZZA (Bergamo)
"Ero dietro al bancone, non mi sono accorto di nulla". Così ha risposto agli investigatori la titolare del Rosy Bar, il locale al di fuori del quale ha trovato la morte Mykola Ivasiuk, il romeno di 38 anni ucciso a botte lunedì scorso da due persone, una delle quali è ancora latitante. Di certo non è la prima volta che il locale è teatro di episodi violenti oppure luogo di ritrovo per elementi poco raccomandabili. Da qui la richiesta da parte dei carabinieri di Clusone, a cui ha dato seguito la questura di Bergamo, di chiusura dall’attività per un mese. Un provvedimento che rappresenta una replica di quanto accadde nel gennaio del 2022, quando il bar fu chiuso per dieci giorni, dopo che erano stati trovati al suo interno alcune persone note alle forze dell’ordine. Disordini all’interno del locale e abituale frequenza di pluripregiudicati. Vi era stata, infatti, una lite tra clienti, abituali avventori del locale, in seguito alla quale uno di loro aveva subito lesioni con 30 giorni di prognosi. Intanto si continua a cercare il 32enne marocchino accusato di aver colpito Ivasiuk insieme a un calabrese 29enne, già arrestato. Tutti i protagonisti della vicenda sono avventori abituali del bar. La lite che è sfociata poi nel pestaggio fatale a Mykola sarebbe scoppiata sotto il porticato del Rosy. Ieri si sono svolti gli interrogatori delle due persone arrestate dopo la lite e il giudice ha deciso di scarcerarle, applicando all’uomo accusato di favoreggiamento i domiciliari. Sempre oggi si svolgerà l’autopsia sul corpo di Mykola Ivasiuk.