MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Bergamo, Università e ricercatori: AmaLaurea li promuove

L’88% dei dottori dell’ateneo orobico trova lavoro . Stipendio medio 1.800 euro

Università di Bergamo

Bergamo - Un risultato che conferma come l’Università di Bergamo sia ormai una delle migliori realtà italiane. L’88% dei dottori di ricerca dell’Ateneo orobico trova lavoro. È quanto emerge dalla ricerca effettuata da AlmaLaurea, che ha dedicato un report a questa categoria universitaria, analizzando le performance formative di 63 dottori di ricerca del 2021 provenienti dall’Università cittadina.

La gran parte degli occupati - il 77% - si è inserita nel mercato del lavoro solo al termine del dottorato e il 4,5% ha proseguito l’attività intrapresa prima del conseguimento del dottorato, mentre il 18% ha dichiarato di aver cambiato lavoro dopo il conseguimento del titolo. Tra gli occupati a un anno dal dottorato, il 3% svolge un’attività autonoma - libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore -, mentre il 44% è dipendente a tempo indeterminato.

La retribuzione mensile netta dei dottori di ricerca è, in media, pari a 1.826 euro. Il 28% è occupato nel pubblico, il 72% nel privato. Il settore dei servizi assorbe l’89%, mentre l’industria il 10%. E il 24% dei dottori di ricerca ha svolto un dottorato in collaborazione con le imprese (dottorato industriale o in alto apprendistato). La gran parte degli occupati, il 79%, lavora nel Nord Italia, solo il 13% all’estero.

Gli studenti che decidono di iscriversi a un corso di dottorato hanno ottenuto, in media, buone performance nel percorso di studio precedente: il 63% ha preso 110 e lode nella laurea di secondo livello e più della metà ha raggiunto il titolo di dottore entro i 30 anni, a fronte di un’età media di 32. Chi intraprende, una volta conseguita la laura magistrale, il percorso di dottore, lo fa principalmente per migliorare la propria formazione culturale e scientifica, svolgere attività di ricerca e di studio in ambito accademico e migliorare le prospettive lavorative. L’87% dichiara di aver partecipato, abitualmente per almeno un anno, ad attività formative strutturate all’interno del corso di dottorato. Il 45% ha svolto un periodo di studio-ricerca all’estero, il 14% dei dottori dichiara di aver dedicato alla ricerca oltre 40 ore a settimana e il 70% è stato coinvolto in gruppi. Infine, il 93% dei dottori ha realizzato almeno una pubblicazione e, tra questi, il 58% l’ha scritta in inglese.