FRANCESCO SARUBBI
Cronaca

Veleni spalmati in 78 Comuni. Titolare della Wte a processo. Chiesti quattro anni di pena

L’accusa: fanghi contaminati usati come fertilizzanti

L’accusa: fanghi contaminati usati come fertilizzanti

L’accusa: fanghi contaminati usati come fertilizzanti

Quattro anni. Li ha chiesti ieri, al gup Federica Brugnara, il pm Teodoro Catananti per Giuseppe Giustacchini, il titolare della Wte, colosso bresciano specializzato in fanghi fertilizzanti con sedi a Calvisano, Calcinato e Quinzano, al centro di una clamorosa inchiesta per un inquinamento. Stando all’accusa, dalla Wte sarebbero uscite, tra il 2018 e il 2019, 150mila tonnellate di materiale contaminato da metalli pesanti e idrocarburi poi utilizzato come fertilizzante in tremila ettari di campagne in 78 Comuni d Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte.

La procura, che avrebbe accertato profitti illeciti per 12 milioni, è convinta che in cambio di compensi Wte ritirasse fanghi da impianti di depurazione delle acque reflue urbane e industriali: anziché sottoporli a trattamento di igienizzazione per poterli riciclare come fertilizzanti, l’azienda non solo non eseguiva l’operazione ma avrebbe infarcito gli scarti di altri veleni - acido solforico, per citarne uno, dalle batterie esauste - classificando i prodotti come trattati regolarmente e poi sparsi nei terreni come gessi di defecazione.

L’indagine aveva coinvolto oltre venti persone (per 17 si profila il giudizio con rito ordinario). Giustacchini è imputato di inquinamento, discarica abusiva (relativamente al sito di Lonato), esalazioni maleodoranti e traffico di influenze illecite, un reato di cui rispondeva anche Luigi Mille, dg dell’Agenzia interregionale del Po, per il quale in udienza preliminare era stato chiesto il proscioglimento. Al termine della requisitoria il pm ha ritenuto provata la responsabilità di Giustacchini in tutti i reati eccetto il traffico di influenze illecite, per il quale ha chiesto l’assoluzione. Per il resto ha chiesto una condanna a sei anni (ridotti appunto a quattro con la diminuzione del rito).

Coimputati in abbreviato erano una segretaria di Wte, Silvia Geroldi, e Giambattista Bonetti, titolare di Agrifutura, un’azienda al centro dell’inchiesta: per loro la procura ha chiesto l’assoluzione. Ieri ha discusso tra le parti civili solo il Comune di Calvisano (ci sono le Province di Brescia e Cremona, il Comitato cittadini di Calcinato e il Comitato referendario per l’acqua, i Comuni di Lonato, Visano).

Beatrice Raspa