Il dialetto bergamasco fa il suo ingresso nella toponomastica cittadina. È una delle novità che emergono dal regolamento passato nei giorni scorsi in Consiglio comunale. Lo sdoganamento, e quindi l’utilizzo, del dialetto riguarderà i toponomi storici. "Si potrà usare – precisa l’assessore competente Giacomo Angeloni – nel caso in cui ci siano toponimi storicamente tramandati, anche oralmente. La commissione toponomastica di Palazzo Frizzoni ha fatto un grande lavoro di approfondimento storico e artistico. Ad esempio vicolo Macellerie veniva chiamata “strecia di asen”, perché lì passavano gli asini. Stiamo pensando a un piccolo cartello che lo ricordi". Il documento è passato in aula, con un’ampia discussione. Piace al leghista Alberto Ribolla (anche se ha votato contro il regolamento) "l’utilizzo del dialetto. Chiediamo un impegno su questo, finora non è stato fatto nulla".
Il nuovo regolamento, oltre alla possibilità di usare il dialetto bergamasco, ha introdotto altre importanti novità. Avrà un occhio di riguardo per le figure femminili per le nuove intitolazioni e a chi si è distinto per la difesa dei diritti civili e sociali. E ancora. Verrà posizionata una nota biografica stampata sulla segnaletica del personaggio a cui una via è dedicata. "In questi anni – sottolinea Angeloni – abbiamo già dedicato diverse vie, piazze e parchi a figure femminili di valore, come le sorelle Coggiola, due donne antifasciste. Si potrà inoltre scrivere, sul cartello, una nota biografica della persona alla quale è dedicato un luogo. Ad esempio “Giacomo Quarenghi, architetto”. Possibilità che qualche anno fa veniva esclusa dal Codice della strada, ma ormai è uno standard prescritto dal regolamento".
Angeloni sottolinea poi "il ruolo delle commissioni toponomastiche, presidio culturale della città e strumento di partecipazione. Molte città le hanno abrogate, ma Bergamo storicamente ha sempre voluto mantenerla". Un patrimonio che la giunta vuole valorizzare, "prevedendo una pagina web con un elenco delle vie e le ragioni delle intitolazioni, allegando le delibere, per agevolare chi vuole fare ricerca". La materia è complessa. Ad una via possono essere legati centinaia di numeri civici e altrettanti residenti che, al mutare di una virgola del toponimo, sono costretti a rifare, ad esempio, la carta d’identità.
Michele Andreucci