FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Bergamo, visite con abusi: condannato medico Inps

Quattro anni e mezzo a un settantunenne

Il tribunale di Bergamo

Il tribunale di Bergamo

Bergamo, 27 novembre 2018 - Abusando della sua professione, durante alcune visite fiscali di controllo avrebbe “allungato” le mani con le pazienti. Per questo un medico di 71 anni, iscritto nelle liste speciali alla direzione provinciale Inps di Bergamo, era finito a processo per violenza sessuale. Ieri la sentenza al tribunale in composizione collegiale (presidente Nava, a latere Ponsero e Chiavegatti) che ha condannato in primo grado il medico a quattro anni e sei mesi; il pm Carmen Santoro ne aveva chiesti quattro. In più, interdizione dai pubblici uffici per due anni e sei mesi e interdizione dalla professione per lo stesso periodo. Risarcimento danni per 12mila euro per una delle parti offese e per 2.400 euro nei confronti dell’Erario.

L’avvocato Martina Palma, difensore del medico, per ora ha preferito non commentare la sentenza, in attesa della lettura delle motivazioni. Il medico ha un precedente per fatti analoghi risalenti al 2012-2013 (in quel caso il pm era Carmen Pugliese) ma in quella circostanza era stato assolto. Il nuovo procedimento per cui è stato rinviato a giudizio è iniziato poco prima che venisse pronunciata l’altra sentenza. A far scattare le nuove indagini, nel 2014- 2015, il ripetersi di episodi simili ai precedenti. Durante il processo il medico ha presentato una consulenza in cui si asserisce che per certe patologie a volte capita di dover chiedere alla paziente di svestirsi. Ma non era sempre così, come è emerso.

Partono gli accertamenti, fioccano le segnalazioni all’Inps, si acquisiscono fonti di prova, tra cui diverse testimonianze. Alcune delle vittime si presentano in procura per raccontare le loro vicende personali e a questo punto scatta anche la denuncia, nel 2016. In un caso, durante la visita a una lavoratrice alle prese con un trauma contusivo al sacro coccigeo, conseguente a una caduta, il medico l’avrebbe costretta a subire atti sessuali: dopo averle abbassato i pantaloni della tuta e quindi anche gli slip, le avrebbe scoperto una parte delle natiche, toccando anche nelle parti intime. In un'altra   circostanza, nel corso di una visita a domicilio a una signora a casa dal lavoro per una piccola ernia, l’imputato avrebbe costretto la paziente a togliere la maglia del pigiama e la canottiera, lasciandola sola con il reggiseno, poi dalla schiena sarebbe arrivato fino ai glutei. In un altro episodio, il dottore avrebbe costretto una paziente, a casa per malesseri dovuti alla gravidanza, ad alzare la maglietta fino alla base del seno e poi avrebbe tentato di allungare le mani, un tentativo andato a vuoto per la reazione della donna. Fatti e riscontri che messi assieme hanno convinto il pm per il rinvio a giudizio e ieri la sentenza.