FRANCESCO SARUBBI
Cronaca

Walter Monguzzi travolto e ucciso in moto, la supertestimone: "L’auto sterzò due volte, alla terza lo fece cadere"

In aula la donna che vide la discussione al semaforo tra l’imputato e la vittima

Il tragico incidente di Montello

Il tragico incidente di Montello

Bergamo – Vittorio Belotti, 50 anni, operaio di Montello, è presente in aula accanto ai suoi avvocati, Andrea Pezzotta e Nicola Stocco. Deve rispondere di omicidio volontario aggravato da futili motivi. Da inizio anno è ai domiciliari. Non fa una piega, nemmeno quando il pm Letizia Aloisio chiama come testimone Maria Alfonsina Casella, 54 anni.

Il processo in Corte d’Assise (presidente Giovanni Petillo, a latere Sara De Magistris) è sulla lite al semaforo, a Montello, trasformata in un dramma. Era il 30 ottobre 2022, ora di pranzo. A perdere la vita Walter Monguzzi, 55 anni, agente di commercio, di Osio Sotto: era sulla sua moto prima di finire sull’asfalto dove fu travolto da una Bmw che sopraggiungeva dalla corsia opposta. La figlia Martina è rimasta unica parte civile dopo che l’assicurazione ha risarcito la madre (è assistita dall’avvocato Federico Pedersoli).

Casella è stata la prima persona che si è avvicinata dopo la caduta dalla moto. "L’ho soccorso io, non era cosciente ma respirava ancora. Il casco era rotto. C’era tanto sangue". Belotti è accusato di aver speronato intenzionalmente Monguzzi dopo un diverbio che avevano avuto a una rotonda, mentre viaggiavano entrambi in direzione di Grumello. Casella era alle spalle della sua Panda blu: "Ero ferma al semaforo rosso, a un metro. È arrivato un signore in moto e hanno iniziato a litigare. Monguzzi ha bussato al finestrino della Panda, lato conducente. Non ho sentito cosa si sono detti, avevo la radio alta, ma si capiva che stavano discutendo dal gesticolare e dall’espressione del motociclista".

Quando scatta il verde Belotti parte per primo: si vede dai filmati, ma le telecamere comunali non hanno ripreso l’impatto. Monguzzi è alla destra della Panda, poi la supera ritrovandosi sulla sinistra. "Il conducente dell’auto - dice la donna, riferendosi all’imputato - ha iniziato a sterzare una, due volte; alla terza ha colpito il motociclista, che è caduto". L’ultima sterzata è stata fatta "in maniera ancora più forte" e intenzionalmente, sostiene la testimone, che rammenta "il calcio" dato da Monguzzi verso la fiancata della Panda, "dopo la seconda sterzata".

Una volta a terra Monguzzi viene poi travolto dalla Bmw nera. "Ho visto una macchina scura che passava, ma io - ricorda Casella - ero concentrata sulla Panda, che aveva accelerato e stava fuggendo". Due motociclisti, marito e moglie, l’hanno inseguita tentando di farlo fermare, inutilmente. Hanno fotografato la sua targa e l’hanno segnalata ai carabinieri di Calcinate.

Belotti fu poi convinto dalla moglie a presentarsi a casa, dove lo attendeva una pattuglia per arrestarlo. Uno dei militari intervenuti, chiamato come testimone dell’accusa, ha confermato l’esito delle analisi del sangue: "Positivo alla cocaina e con un tasso alcolemico di 0,62, sopra la soglia". Nell’udienza di venerdì 22 ottobre parleranno gli ultimi testimoni della pm.