
Working Poor, una realtà a Brescia, Caritas sperimenta per aiutare
Lavoro sì, ma povero: succede così che il 25% delle persone incontrate dalla Caritas hanno un lavoro, di varia natura, che evidentemente non basta a coprire le spese famigliari. Lo confermano anche i dati 2022 dell’attività di Caritas Brescia: proprio approfondire il fenomeno del “working poor”, la Diocesi di Brescia è stata scelta per una sperimentazione che sarà poi esportata in altre Diocesi, per produrre una pubblicazione nel mese di novembre, in occasione della Giornata dei Poveri.
"Dal punto di vista dell’aiuto – spiega il vice direttore Caritas Brescia, Marco Danesi (nella foto), commentando l’attività del 2022 – emerge l’ampliamento della fascia di vulnerabilità delle famiglie anche dove uno dei componenti lavora, ma il cui reddito non riesce a garantire i bisogni della famiglia, per vari motivi. Ci sono poi situazioni di genitori unici o separati, per cui basta un piccolo imprevisto per togliere la possibilità anche solo di “galleggiare”". I dati del fondo Briciole lucenti, ad esempio, rivela che nel 2022 l’importo medio di aiuto per famiglia è stato di 386 euro, il più alto degli ultimi 4 anni, probabilmente a causa dell’importante aumento dei costi relativi alle utenze e anche all’inflazione sul cibo; il 21% ha chiesto di accedere al microcredito per le spese della casa (ma aumentano le domande di credito per l’auto, come mezzo utile per il lavoro).
"La vulnerabilità non deve essere considerata solo sul fronte economico – conclude Danesi – noi vediamo molto presente anche quella relazionale e, tra i minori, anche la povertà educativa, che rischia di compromettere anche il loro futuro".F.P.