
Un’immagine dei tifosi in curva nord dell'Atalanta allo stadio Azzurri d'Italia
Bergamo, 25 aprile 2016 - Curva Nord in silenzio per tutto il primo tempo. Uno solo striscione con scritto: “Rispetto”. La protesta dei tifosi dell’Atalanta per restrizioni decise e revocate in meno di ventiquattr’ore. Non solo. Un grande momento perduto (ma, si assicura, soltanto rimandato). Era stato preparato a lungo per un commosso, pubblico ricordo di Yara Gambirasio. I giocatori di Atalanta e Chievo sarebbero entrati in campo allo stadio “Azzurri d’Italia” accompagnati da bambini con la maglietta di “La passione di Yara” e uno striscione. È l’associazione onlus voluta dai genitori della ginnasta tredicenne di Brembate di Sopra, per aiutare i giovani a realizzare le loro passioni sportive, artistiche, culturali.
La società e i tifosi avevano preparato quella che sarebbe stata una sorpresa. Dalla Curva Nord (la Curva Pisani) tanti palloncini gonfiati a elio avrebbero fatto alzare nel cielo orobico una grande maglia nerazzurra. Attorno, in tutto il settore, lo sventolio di oltre 7mila bandierine e figurine colorate. Uno striscione, “Forza Beatrice”, un pensiero per una bambina sarda malata di diabete, aiutata dall’associazione. Non se n’è fatto nulla. Dopo la decisione della prefettura di consentire l’accesso in Curva solo ai possessori della tessera del tifoso, si è deciso di sospendere. E quando è arrivata la retromarcia e la Curva non è stata più off limits o quasi, era troppo tardi per riavviare l’organizzazione. «Da parte nostra - dice Ivo Mazzoleni, presidente di ‘La passione di Yara’ -, abbiamo deciso di sospendere tutto, dopo avere sentito anche i signori Gambirasio. Peccato. Sarebbe stata una cosa molto bella, una manifestazione di amicizia, di solidarietà. Ho ringraziato la dirigenza dell’Atalanta e i tifosi. C’è l’impegno di tutti: la festa per Yara si farà in una delle prime partite del prossimo campionato. I tifosi hanno visto un messaggio negativo nei loro confronti, un po’ una presa in giro, con un decreto che prima viene messo e poi viene tolto. C’è gente che ha lavorato per venti giorni per preparare la festa, gente che si è messa in ferie. Peccato. La festa è solo rimandata».
Il provvedimento del prefetto Francesca Ferrandino viene comunicato nella serata di venerdì. L’accesso alla Curva è consentito “ai soli possessori di abbonamento annuale, che siano sottoscrittori della tessera del tifoso denominata ‘Dea Card’”. Spiegazione: «Il provvedimento è stato adottato sulla scorta degli elementi forniti dal Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive ed in base all’orientamento espresso dal Questore di Bergamo ed al parere favorevole reso dai rappresentanti delle Forze di polizia nel corso della riunione tecnica di coordinamento che si è svolta nella mattinata odierna». Non entreranno alla Pisani i possessori di biglietto e quelli di Voucher validi per diciannove partire (praticamente tutti gli ultras e non solo). In più, un brutto colpo all’iniziativa del biglietto a un euro. Insorge la società. Sui social s’infuriano i tifosi, anche perché sono in molti a sentire aria “romana” e a trovarla particolarmente indigesta. Il sindaco Giorgio Gori si appella alla prefettura. Nel pomeriggio di sabato viene deciso di riaprire la Curva. Ma per Yara non c’è stata festa.