Bergamo – La decisione nel pomeriggio. La Corte d’assise di Bergamo (presidente Ingrascì, a latere la collega Ponsero) ha disposto la visione di ulteriori reperti e campioni biologici del caso Yara Gambirasio, accogliendo l’istanza presentata dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, che assistono Massimo Bossetti, il muratore di Mapello in carcere a Bollate per l’omicidio della 13enne di Brembate Sopra.
I legali potranno anche vedere “previo rintraccio”, quanto è stato indicato nelle pagine della memoria inviata a metà dicembre. Il tribunale ha incaricato di questo compito due esponenti delle forze dell’ordine “autorizzandoli a ricercare i reperti mancanti presso l’Istituto di medicina legale di Milano, presso il Ris di Parma o presso altre strutture pubbliche o private che li abbiano in custodia”.
Nell’elenco presentato dalle difese si indicano “specificatamente tutti i reperti, sia quelli sotto sequestro che quelli non sequestrati, così come da autorizzazione”, ha spiegato l’avvocato Salvagni. “La nostra istanza è stata accolta, nonostante l’opposizione della pm” ha aggiunto il legale che ha ripuntato l’attenzione sul Dna. In particolare, quella parte di osso da cui è stato estratto il Dna di Yara “perché serve a verificare il dato di partenza, in quanto il Dna di Ignoto 1 deriva da una sottrazione. Sono importanti anche i margini ungueali”. “Dopo aver visionato i reperti, verificheremo il da farsi”.