Il tormentone da playlist estiva giura di averlo in tasca, ma di volerlo lasciare lì. Almeno per ora. Dopo “Makumba” e “Hula-Hoop”, niente Carl Brave da spiaggia e ombrellone quest’anno, visto che il recente incontro con Noemi in “Tabasco” non mira certo agli sfracelli in classifica dei predecessori. "Stavolta volevamo qualcosa di diverso", racconta l’artista romano, all’anagrafe Carlo Luigi Coraggio, classe 1989, in scena domani sera a Bergamo sul palco dell’Nxt Station.
Carlo, con che spettacolo torna tra i suoi fans lombardi?
"Siamo in dodici sul palco proprio per presentare al meglio il repertorio del nuovo album ‘Migrazione’, ma anche quello che non puoi non fare a cominciare da ‘Polaroid’ a ‘Notti Brave’, ‘Coraggio’, e tutto il resto. Quest’ultimo è un disco che va sentito più volte per essere assimilato; quindi, chiedo un piccolo sforzo a chi mi viene a sentire, ma poi il divertimento è assicurato".
Che disco è “Migrazione”?
"Sono cresciuto a Trastevere e quindi una parte è molto romanocentrica, anche se, come si capisce già dal titolo, è stato scritto e prodotto in giro per il mondo. Sono partito da Roma per prendere casa a Marrakech dove ho lavorato con musicisti locali e i loro strumenti, per poi andarmi a cercare pure altre atmosfere e altri colori a Tokyo, Lisbona, Madrid".
Giro del mondo da turista o da artista?
"Come diceva Marvin Gaye: dove poggio il mio cappello, quella è la mia casa. Ovunque mi trovassi, affittavo uno studio di registrazione e andavo nelle scuole di musica a cercarmi gli strumentisti giusti. Alla ricerca d’ispirazione, ho battuto a tappeto pure quartieri e locali, perché per scrivere bisogna prima vivere".
Poi ha chiamato gli amici.
"Nel disco, oltre a Noemi, ho voluto i lombardi Jacke LaFuria, Rose Villain, Dargen D’Amico, ma anche Clementino, Sean Michael, Mara Sattei, Nayt, Bresh. Tutti funzionali alle canzoni che avevo in mente".
Ci sono artisti, vedi Dardust, che preferiscono dare sfogo all’esotismo che si portano dentro senza prendere l’aereo.
"Ho ho un modus operandi diverso. Anche se sono convinto che oggi, grazie ad internet e alla tv ci si possa immergere in certi paesaggi e in certi climi lo stesso. O, almeno, farsene un’idea. Io, ad esempio, non sono mai stato a Los Angeles, ma grazie ai film, alla musica, ai video, penso di averne una coscienza non troppo lontana dalla realtà".