Vincere la medaglia d'argento alle Paralimpiadi a 31 anni, quando la vita ti ha dato tanto ma ti ha anche tolto moltissimo. Metà della gamba sinistra, per la precisione. Eppure Martina Caironi, 31enne di Alzano Lombardo, non ha mai perso il sorriso. E, anzi, lo ha sfoggiato a Tokyo, dove è salita sul podio insieme ad Ambra Sabatini, prima, e a Monica Contrafatto, terza, in una stellare gara dei 100 metri T63. E a brillare sono state loro, le tre stelle azzurre. Una vita nello sport, quella di Martina Caironi. Corsa a ostacoli, salto in lungo, staffetta, pallavolo: a 18 anni l'alzanese era praticamente un grillo, non stava mai ferma. Poi, una notte, un pirata della strada ha tranciato la strada dei sogni di Martina. "Stavo tornando da una festa insieme a mio fratello, era circa l’una di notte, ero allegra e senza pensieri" ha ricordato. Dopo quell'incidente, in cui la ragazza ha perso metà della gamba sinistra, il sorriso è stato difficile da mantenere.
"Uscita dall’ospedale mi sono dovuta confrontare con la realtà e ho sperimentato i miei nuovi limiti" ha spiegato. Già, i limiti. Quei limiti che in molti avrebbero fatto prevalere sui sogni. In molti, ma non Martina. La velocità le è sempre piaciuta. E infatti Martina non ha perso tempo. E' come se fosse nata un'altra volta. Infatti ha dovuto prima imparare di nuovo a camminare e poi ricominciare a fare sport. E a correre. Correre più veloce della paura di non farcela, più di tutti i fantasmi del passato, più di tutto e di tutti. Poi hanno cominciato ad arrivare le prime vittorie: Martina Caironi è uscita dall'anonimato, diventando a poco a poco un simbolo. Un simbolo di chi riconosce i propri limiti e lavora per superarli. Ora l'argento nella splendida gara dei 100 metri alle Paralimpiadi di Tokyo. E il sogno è diventato realtà: Martina ha corso così forte da riuscire a conquistare la medaglia d'argento.