GABRIELE MORONI
Politica

La Lega perde Pontida dopo 20 anni, nello storico feudo ora governa un civico: “Ma Bossi non si tocca”

Viaggio nel comune simbolo del Carroccio: “Votavamo per loro, ma ora si cambia” .Per Salvini l’ex Guardasigilli è ormai un avversario, così come il senatùr

Uno degli storici raduni della Lega Nord sul pratone di Pontida

Uno degli storici raduni della Lega Nord sul pratone di Pontida

“Ho sempre votato Lega, ma adesso era il momento di cambiare, di mandare avanti i giovani", dice il pensionato che porta gagliardamente le sue ottantaquattro primavere. Cambiare, cambiamento: come un mantra in quella che, fino a pochi giorni fa, era una delle piccole capitali della Lega. Forse era già emersa qualche avvisaglia che il verde smeraldo del "sacro suolo" di Pontida andava stingendosi. Come quando lo slogan iconico "Padroni a casa nostra", impresso sul muro che delimita il pratone, era stato oscurato da uno striscione: "Da indipendenza a sudditanza, i militanti ne hanno abbastanza".

Dopo vent’anni di governo comunale, la Lega si ritrova all’opposizione in uno dei suoi feudi. Gli elettori hanno riversato voti copiosi sulla lista civica Viviamo insieme Pontida. Il nuovo sindaco si è insediato: Davide Cantù, ventotto anni da compiere, laurea in Scienze storiche alla Statale di Milano, esperienze d’insegnamento e di giornalismo. "La nostra – dice Cantù – era una lista civica senza nessun appoggio partitico. Abbiamo dialogato con la gente e la gente ci ha dato fiducia". E il prossimo raduno della Lega? Sorride il neosindaco: "Nessun problema. Basta che gli organizzatori abbiano le autorizzazioni necessarie".

Pierguido Vanalli, sindaco leghista per tre legislature, siederà sui banchi della minoranza. "Nel 2019 eravamo più dubbiosi di vincere dopo cinque anni in cui non si era brillato nella gestione del Comune. Ho preferito sistemare le cose che andavamo rimesse in sesto prima di pensare alle cose nuove". Ha danneggiato il Carroccio l’uscita di Bossi che alle Europee ha invitato a votare Marco Reguzzoni, candidato in Forza Italia? "Hanno detto – è la risposta perplesso di Vanalli – che Bossi si era espresso così. Dubito persino che Bossi abbia mai pronunciato quella frase".

A Pontida la Lega si è trovata di fronte un avversario imprevisto: Roberto Castelli, figura storica del movimento, uscito per fondare il Partito popolare del Nord. Francesca Losi, candidata a sindaco dal Partito popolare e Grande Nord, è entrata in consiglio. Vanalli abbandona per la prima volta i toni pacati e ne adotta di pungenti: "Una bandierina politica. Caselli ha scelto di piantarla a Pontida e ha trovato terreno fertile in quelli che ce l’avevano con me perché stavo ancora sistemando i vecchi “peccati” lasciati da quelli stessi che oggi hanno sostenuto Castelli e che prima ne chiedevano persino l’espulsione".

Non è una bandierina, ma nelle sue intenzioni una bandiera quella che sventola orgogliosamente Francesca Losi: "Noi siamo il Nord. Chi ci ha votato ha votato un partito federalista, autonomista e nordista. La Lega delle origini non esiste più. Solo noi siamo il futuro politico del Nord". E lui, il patriarca-condottiero, silente nella sua Gemonio? Al Tg3 lancia un monito Attilio Fontana, governatore della Lombardia: "Su Bossi non scherziamo. Non si può fare nessun accenno. Bossi non si tocca".