
Silvia Colombo
Treviglio (Bergamo), 11 marzo 2025 – Dimettetevi voi, poi mi dimetto io, ma forse no. Può riassumersi così la nuova svolta nella vicenda che ha coinvolto Silvia Colombo, capogruppo di Fratelli d'Italia a Treviglio, dopo alcune frasi pronunciate in consiglio comunale il 25 febbraio quando, rispondendo alla proposta della capogruppo del Pd Matilde Tura di consentire alle donne con gravidanza a rischio e ai neo genitori di poter intervenire da remoto alle sedute consiliari, aveva suggerito l'opportunità, per chi si trovasse di fronte a una situazione simile, di prendere in considerazione le dimissioni.
Un intervento che aveva suscitato le reazioni indignate degli esponenti di tutti i partiti, incluso Fratelli d'Italia che, in una nota, aveva preso le distanze dalla sua capogruppo, sostenendo che le sue parole non rappresentavano la linea del partito. A seguito della bufera, arrivata alla ribalta nazionale, Colombo aveva annunciato la sua decisione di dimettersi da capogruppo di Fratelli d'Italia e anche dal Consiglio comunale.
La conferenza stampa del marito
Oggi, come detto, un nuovo colpo di scena. Questa mattina, alle 9.30, nella sede di un giornale locale, Silvia Colombo e suo marito hanno indetto una conferenza stampa, alla quale poi si è presentato solo lui, Luca Secchi, perché – ha spiegato l’uomo – la moglie è stata travolta “da un vero e proprio massacro senza precedenti. Lei si è trovata in una gogna mediatica ed è sconvolta. Per questo si può capire perché non si è presentata lei”.
Durante la conferenza stampa l’uomo ha letto una lunga nota, poi pubblicata su Facebook, in cui Colombo e la sua famiglia non solo non fanno un passo indietro ma anzi vanno all’attacco, lasciando anche intendere che le dimissioni, annunciate due settimane fa, sono congelate su consiglio dei legali. Non quelle dal partito, però, che aveva preso subito le distanze dalle sue parole.
“Infodemia e fake news”
Ma contro chi ce l’ha, Silvia Colombo? Contro le fake news, la manipolazione e l’infodemia. “A dieci giorni dalla bufera mediatica che ha travolto la vita di Silvia – un vero e proprio massacro mediatico di una violenza senza precedenti – emerge finalmente la consapevolezza che si sia trattato di un caso di infodemia. In questo caso, la circolazione di notizie imprecise, la non contestualizzazione dei fatti, ha orientato l’opinione pubblica in un’unica direzione, mentre i social media hanno addirittura amplificato il fenomeno, rendendo ancora più difficile distinguere tra verità e manipolazione”. Secondo Secchi, è mancata da parte dei giornali la contestualizzazione della frase pronunciata dalla moglie, che – sottolinea l’uomo – non avrebbe mai pronunciato né la parola “incinta” né la frase “Sei incinta? Dimettiti”.
Per amore di cronaca, la frase esatta era: “Nella vita ci sono delle priorità, se uno ricopre la carica di consigliere comunale al primo posto deve metterci la partecipazione. Poi nella vita capitano cose belle come la nascita di un figlio o cambiare lavoro o cose brutte come la malattia, allora forse bisogna riguardare le proprie priorità, a quel punto bisogna dimettersi e lasciare posto a chi ha la possibilità di dedicarsi pienamente".
Secondo il marito di Silvia Colombo, “il contenuto riproposto dai media è sempre stato un estratto dell’intero discorso. Basti pensare che nessun organo di stampa ha mai riportato il passaggio in cui Silvia afferma in modo forte e deciso che carriera e maternità sono compatibili. La domanda che ci poniamo è perché questa parte non sia mai emersa? Crediamo sia una parte fondamentale per poter interpretare il senso compiuto dell’intero discorso”.
Le domande a ChatGpt
Durante la conferenza stampa è emerso come Colombo e la sua famiglia abbiano sottoposto il testo del suo intervento “a ChatGPT per fargli valutare se fosse lesivo dei diritti delle persone e chiedendogli una sintesi che è stata: “Se non puoi dedicarti, dimettiti per rispetto” mentre l’AI ha ritenuto una “semplificazione errata” quella apparsa sui giornali””. Un passaggio, questo sull’intelligenza artificiale, che però non appare nel comunicato finale.
Calpestati i diritti di una donna
“Chiediamo che il nome di Silvia non sia più abbinato ad argomenti in antitesi ai diritti delle donne. Vi ricordiamo che in questa tempesta mediatica sono stati calpestati in modo inequivocabile i diritti e la dignità di una donna! Crediamo fermamente che delle scuse siano dovute. Non è mancato l’affetto degli amici e di tantissime persone che non si sono fermate alle apparenze di un titolo”.
Il futuro in Consiglio
“La scorsa settimana – si legge ancora nel comunicato – infine è stato richiesto e immediatamente concesso un incontro con tutti i componenti della giunta e i capogruppi per analizzare quanto accaduto. Durante la riunione, oltre a esprimere piena vicinanza e affetto a Silvia, è stato sottolineato come questa tempesta perfetta sia effettivamente il risultato di una strumentalizzazione. La maggioranza si è espressa compatta nel dare pieno sostegno a Silvia nella ricerca della verità. Come famiglia confidiamo che anche la minoranza prenda atto di quanto è effettivamente accaduto. Data la gravità dei fatti, come famiglia ci siamo rivolti a diversi legali per ricevere consulenza. La tutela dei diritti e della dignità di Silvia è, senza dubbio, la nostra principale priorità”. E per quanto riguarda le annunciate dimissioni, la consigliera ha deciso di non protocollare e rendere effettive le dimissioni perché sarebbero un’ammissione di aver sbagliato. “Ce lo hanno consigliato gli avvocati”.