Milano, 31 agosto 2024 – Si era trasferito qualche anno fa in Inghilterra, per lavorare come cameriere e tentare la fortuna all’estero. Un tempo sognava di sfondare nel mondo della musica. La vita di quel giovane che girava per Suisio in bici o monopattino, salutava gli amici con le “dita a V” in segno di vittoria, a un certo punto, però, è uscita dai binari. “Moussa non è una persona violenta – spiega la sorella, Awa – ma ha problemi con la droga, che lo ha rovinato. Ci dispiace, non sappiamo cosa dire”.
I vicini a volte sentivano Moussa Sangare urlare contro la madre e la sorella minore, nel modesto appartamento di proprietà della famiglia in un cortile in via San Giuliano, nel paese di 3.700 abitanti a 5 chilometri da Terno d’Isola.
L’anno scorso aveva anche aggredito con un coltello la sorella, era stato denunciato e indagato a piede libero per maltrattamenti. Qualche mese fa, secondo il racconto di un vicino, aveva anche cercato di dare fuoco alla casa. Qualche volta arrivavano i carabinieri o la polizia locale. Una convivenza impossibile, tanto che Sangare un anno fa era andato via e si era trasferito nell’appartamento sottostante, di proprietà di un’altra persona, occupandolo abusivamente. Fuori dalla casa, sotto sequestro, una bici appoggiata al muro. “Non l’ho mai visto in compagnia di amici o di una ragazza – racconta un uomo che abita nello stesso stabile – era sempre da solo. Sentivo odore di marijuana provenire dalla casa, quando era di buon umore cantava, musica rap. Era andato in Inghilterra a lavorare e al ritorno era cambiato. Lo vedevo smarrito, sembrava perso. L’ho incrociato qualche giorno fa alle 5 del mattino e indossava gli occhiali da sole, era una persona strana ma con noi non è mai stato violento”.
Una famiglia, la sua, integrata nella comunità di Suisio, dove si era trasferita dal Mali. Il padre è morto per una malattia. La madre lavorava come cuoca all’asilo nido del paese, prima di essere colpita da un ictus. La sorella è operaia in una fabbrica della zona. Moussa Sangare, invece, non ha mai avuto un lavoro fisso. Non un invisibile, ma una persona che in paese conoscono tutti. Trascorreva la giornate in casa o girovagando tra strade e bar di Suisio e dei paesi del circondario, tra cui Terno d’Isola. Era finito male anche l’ultimo dei lavoretti, come pony express in una pizzeria d’asporto. Il 31enne era seguito dai servizi sociali o da uno psichiatra, nessuno ha colto i segnali di una rabbia senza spiegazioni, che infine è esplosa e ha spazzato via la vita di Sharon Verzeni.
Un tempo, però, la vita di Moussa sembrava arrivata a una svolta, tanto che aveva collaborato con artisti del calibro di Izi ed Ernia. Al video del brano ’Scusa’ di Izi, uscito nel 2016 e con 14 milioni di visualizzazioni su Youtube, aveva partecipato anche lui con il nome d’arte di Moses Sangare.
“Aveva talento per la musica – racconta Andrea, un amico – e sognava di andare a X Factor. Ultimamente era cambiato, l’ho incontrato qualche sera fa e mi ha salutato, come sempre. Da quello che sappiamo non è mai stato violento, mi trattava come un fratellino”. Nei giorni successivi all’assassinio di Sharon Verzeni Moussa è rimasto in paese, i residenti hanno incrociato la sua strada come sempre. “Per un periodo aveva lavorato per me, consegnava le pizze – racconta il titolare nordafricano della pizzeria d’asporto ’Le piramidi’ –, era un ragazzo normale. L’ho incontrato 15 giorni fa, abbiamo parlato tranquillamente. Poi è entrato nel bar perché doveva cambiare dei soldi, e non l’ho più visto”.