Bergamo, 25 agosto 2012 - Il giorno della verità è alle porte. Martina Caironi, 22enne bergamasca stella dell'atletica leggera, nel 2007 perse la gamba sinistra a causa di un tragico incidente in moto, arriva alla sua prima Paralimpiade da campionessa mondiale ed europea in carica nei 100 metri della categoria T42 (atleti amputati sopra il ginocchio).
Martina che cosa ti ha spinto a iniziare a correre?
«Ero a Budrio (Bologna) in un centro specializzato nella costruzione delle protesi, quando ho visto le foto di altri alteti disabili impegnati nelle gare di corsa e da li mi è venuta la voglia di provare e mi sono informata».
Quando hai incominciato?
«Nel 2010. Pratico i 100 metri e il salto in lungo e ora che sto imparando a correre bene e ho sviluppato una certa muscolatura mi piacerebbe anche gareggiare nei 200 metri».
Come mai hai iniziato dai 100 metri?
«E' la distanza più breve e facile da affrontare quando incominci queste gare e poi andare oltre i 400 metri se non hai il tuo ginocchio è una follia».
Che cosa provi quando corri?
«C'è una forza dentro di me che mi spinge ad andare avanti. Quando corro fatico, sudo e mi sembra di poter controllare il corpo come prima dell'incidente. Ho perso una gamba e sono meno agile, ma la voglia di fare e di muovermi non sono mai venute meno».
Il 2 settembre esordisci alle Paralimpiadi, come ti senti per l'appuntamento?
«Sono contenta ed emozionata. C'è stato un periodo che ci pensavo troppo e non riuscivo a dormire la sera. Poi mi sono detta "Martina tranquilla, adesso non ci pensare, andrà come andrà" e da li mi sono sentita libera con me stessa»
Come ti stai preparando per i Giochi di Londra?
«Fino all'anno scorso mi allenavo 1 volta alla settimana, ma da settembre mi sono messa sotto con il lavoro. Adesso mi esercito 4/5 volte in pista e un giorno alla settimana in piscina nuoto per scaricare le tensioni. Comunque quando non sto bene o mi si riaprono le ferite sulla gamba lascio stare e sto a riposo».
Dopo Londra ci sarà Rio de Janeiro 2016, ti vedremò anche li?
«Si si. Prima vediamo come andrò a queste Paralimpiadi, ma sia che vadano bene, che male, continuerò».
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