FABRIZIO CARCANO
Atalanta

Atalanta: chi è Francesco Rossi, il terzo portiere protagonista contro il Torino

Nel curriculum dell’estremo lecchese, prima dell’esperienza in nerazzurro, tanta serie C. Quella volta che segnò di testa il gol del pareggio per la Lupa Roma contro il Messina

Francesco Rossi, terzo portiere dell'Atalanta

Francesco Rossi, terzo portiere dell'Atalanta

Bergamo, 27 maggio – Nel calcio dove non esistono solo campioni famosi, con ingaggi milionari, ci sono storie che meritano di essere raccontate. Come quella di Francesco Rossi, il 33enne portiere lecchese che da 8 anni ricopre il ruolo di terzo nell’Atalanta. Ieri Il tecnico Gasperini lo ha schierato nei cinque minuti finali, per dargli una giusta e meritata passerella: la curva Nord lo ha accolto all’ingresso con un’ovazione e poi con il coro ‘Salta con noi Francesco Rossi’, cui è seguita un’altra ovazione quando al novantesimo ha salvato l’imbattibilità della porta nerazzurra con una grandiosa respinta su Sanabria.

La sua vicenda atalantina

Peraltro per Rossi, uomo fondamentale in allenamento e nello spogliatoio, si tratta della seconda presenza stagionale: a dicembre Gasp lo aveva fatto esordire in Europa League nella trasferta in Polonia sul campo del Rakow, facendolo giocare nei cinque minuti finali. Da ieri il curriculum del portiere meratese classe 1991 recita sei presenze in serie A: il debutto a 27 anni con cinque minuti a Cagliari nel 2018, un paio di minuti a Reggio Emilia contro il Sassuolo nel 2019 nella notte della festa per la prima qualificazione in Champions, qualcosa in più, una ventina di minuti, in una gara del luglio 2020 contro il Brescia, quando Gian Piero Gasperini sul 6-1 lo mandò in campo. La sua unica vera presenza risale al febbraio 2022, in una gara casalinga contro il Cagliari: il titolare Juan Musso viene espulso nella ripresa per un’uscita fuori area, il vice Sportiello non sta bene e Gasp lancia Rossi, per una mezz’ora finale difficile, con la Dea sotto di un gol, sotto di un uomo e il Cagliari che in contropiede raddoppia subito dopo il suo ingresso. Rimane quella la sua unica vera apparizione da protagonista, poi di nuovo i minuti finali all’ultima gara, lo scorso giugno contro il Monza. Fino alla notte polacca, con il debutto nelle coppe europee.

Il profilo

Quella di Rossi è una storia bella, da raccontare anche ai ragazzini delle scuole calcio, la storia di un giocatore che con l’impegno e il lavoro è arrivato a sollevare un trofeo internazionale dopo una carriera spesa quasi tutta in serie C, di un professionista serio, che suda in allenamento dando sempre il massimo, che nelle amichevoli fa bella figura compiendo interventi da applausi, che fa gruppo, che fa la sua parte ogni giorno anche non giocando.

Approdato nel vivaio atalantino a soli 10 anni, ha fatto tutta la trafila fino alla Primavera. Poi tanta serie C, partendo dalla sua Lombardia. Il Lumezzane, il Pavia, poi in giro, al Cuneo, al Teramo, al Prato, fino alla Capitale, nella terza squadra di allora, la Lupa Roma che nel 2014-15 giocava nella terza serie. Lì il lecchese "atalantino" Rossi vive la sua giornata da ricordare.

È il 18 gennaio del 2015 la sua Lupa sta perdendo in casa contro il Messina per 1-2, al 93’ c’è un calcio d’angolo, con il classico assalto all’arma bianca: tutti i ‘lupi’ si gettano in attacco, compreso il portiere. Palla in area e Rossi con un’incornata da bomber trafigge il collega. Un anno e mezzo dopo il ritorno a Bergamo, per fare il terzo. 

Gasperini lo elogia sempre, i tifosi lo apprezzano: nell’Atalanta che in questi otto anni ha vinto tanto, fino al trionfo di Dublino, c’è stato anche il suo contributo silenzioso, anche senza giocare mai la domenica. E domenica prossima contro la Fiorentina chissà che non possa avere ancora spazio…

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