Brescia - In questa stagione così tumultuosa sembra che il Brescia non sia proprio in grado di godersi, anche solo per poche ore, pace e tranquillità. In effetti, proprio mentre le Rondinelle danno l’impressione di avere ritrovato la strada che pareva irrimediabilmente smarrita solo poche ore fa (e sono risalite a tre punti dai play off), il rapporto tra il presidente Massimo Cellino e l’ambiente bresciano sta vivendo il suo momento più basso. Un distacco crescente, che potrebbe portare addirittura il numero uno del Brescia Calcio a decidere di porre fine alla sua avventura biancazzurra. Un’ipotesi che affonda le sue radici in diverse motivazioni, dalle scorie lasciate dalla deludente retrocessione patita lo scorso anno dalla serie A alla vicenda giudiziaria che sta coinvolgendo personalmente lo stesso Cellino sino ad arrivare ai risultati che la squadra sta ottenendo in questa stagione che avrebbe dovuto essere quella della grande riscossa e che, invece, sta regalando più sofferenze che gioie.
Nelle scorse settimane per la prima volta gli ultras bresciani hanno fatto sentire apertamente la loro voce per contestare il modo di operare di Cellino, ritenuto “colpevole” di una gestione del Brescia più attenta al portafoglio che all’amore per questa gloriosa società. Le cessioni di pedine ritenute importanti come Torregrossa e Sabelli, per non parlare della partenza di Tonali in estate, hanno indebolito in modo inevitabile una formazione che ha puntato ancora una volta su sostituti tutti da verificare. Il mercato di gennaio, in effetti, è stato visto da molti come la goccia che ha fatto traboccare il vaso della fiducia dei tifosi biancazzurri, che si sono visti arrivare autentici oggetti misteriosi come Ninkovic e Pandolfi, entrati direttamente in infermeria prima ancora di vedere il campo di allenamento di Torbole. In tutto questo la consueta girandola di allenatori e l’inesorabile scivolare verso il basso di una squadra che era partita per lottare per vincere il campionato, hanno finito per creare un clima di diffidenza che ha spinto il presidente Cellino, sempre più deluso ed amareggiato, ad ammettere di “sentirsi ormai come un ospite sgradito in casa di altri”. Una situazione che, come lui stesso ha ammesso, “non gli piace” e che potrebbe portare in tempi brevi a novità importanti. L’ex patron di Cagliari e Leeds potrebbe infatti decidere di passare la mano, abbandonando una piazza che, dopo l’esaltazione iniziale, è diventata assai fredda nei suoi confronti. A questo punto, però, sorgerebbe un altro problema non di poco conto. Con gli imprenditori bresciani che non lanciano particolari segnali di interesse chi potrebbe assumersi l’onere di garantire un futuro al Brescia Calcio?