Brescia – Almeno 10 chiamate al giorno, ma a volte si arriva anche alle 15 tra tutti i volontari, di persone che, arrivato il periodo delle ferie, non vogliono più il cane. "Il fenomeno c’è sempre, non è ormai più solo prerogativa dell’estate – racconta Massimo Dischi, volontario del canile rifugio di Brescia, gestito dall’associazione Sos randagi – ma con l’avvicinarsi delle ferie si registra un aumento. Rispetto al passato, per fortuna, non c’è quasi più l’abbandono del cane attaccato al palo, tanti chiamano per lasciarlo in canile".
Ma sempre di abbandono si tratta, un trauma per l’animale. "Al momento abbiamo circa 80 anime in cerca di casa e decine di richieste di ritiri, quelli che noi chiamiamo abbandoni assistiti – conferma Monica, volontaria -. Quest’estate 2023 si sta rivelando una delle peggiori degli ultimi anni, spesso i cani non hanno alcun tipo di problema e non hanno fatto nulla di sbagliato ma tuttavia risultano un peso. Quel che fa ulteriormente male è che molti sono animali dai 10 anni in su".
Nei box di via Girelli, ad esempio, adesso c’è Nino, un pinscher abbandonato ora che non è più giovane, e che in canile continua a piangere. E poi c’è chi, come Todd è arrivato da poco a Brescia, ma in canile ci sta da 10 anni, da quando aveva 6 mesi, e le sue estati le ha sempre trascorse in un box. Le richieste di adozione ci sono così come non manca il supporto dei volontari, ma gli arrivi le superano e non tutte le domande possono essere soddisfatte, per lo meno non con una sistemazione in via Girelli, dove arrivano anche i cani mandati dai Comuni convenzionati. Con Covid, poi, c’era stato un aumento di adozioni, che poi ha portato un incremento di abbandoni quando si è tornati alla vita normale. "Il punto è che anche noi non riusciamo a prender tutti, per questione di spazio – aggiunge Dischi – cerchiamo sempre delle alternative, in altre strutture che sono, comunque, nella nostra stessa situazione".