Federica Pacella
Cronaca

Con le vacanze aumentano i cani abbandonati al canile di Brescia. “È l’estate peggiore degli ultimi anni”

Ogni giorno almeno dieci persone chiamano per lasciare gli animali. I volontari fanno del loro meglio per trovare una sistemazione alternativa, ma le richieste di adozione non sono sufficienti

Cani in canile a Brescia

Brescia – Almeno 10 chiamate al giorno, ma a volte si arriva anche alle 15 tra tutti i volontari, di persone che, arrivato il periodo delle ferie, non vogliono più il cane. "Il fenomeno c’è sempre, non è ormai più solo prerogativa dell’estate – racconta Massimo Dischi, volontario del canile rifugio di Brescia, gestito dall’associazione Sos randagi – ma con l’avvicinarsi delle ferie si registra un aumento. Rispetto al passato, per fortuna, non c’è quasi più l’abbandono del cane attaccato al palo, tanti chiamano per lasciarlo in canile".

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Ma sempre di abbandono si tratta, un trauma per l’animale. "Al momento abbiamo circa 80 anime in cerca di casa e decine di richieste di ritiri, quelli che noi chiamiamo abbandoni assistiti – conferma Monica, volontaria -. Quest’estate 2023 si sta rivelando una delle peggiori degli ultimi anni, spesso i cani non hanno alcun tipo di problema e non hanno fatto nulla di sbagliato ma tuttavia risultano un peso. Quel che fa ulteriormente male è che molti sono animali dai 10 anni in su".

Nei box di via Girelli, ad esempio, adesso c’è Nino, un pinscher abbandonato ora che non è più giovane, e che in canile continua a piangere. E poi c’è chi, come Todd è arrivato da poco a Brescia, ma in canile ci sta da 10 anni, da quando aveva 6 mesi, e le sue estati le ha sempre trascorse in un box. Le richieste di adozione ci sono così come non manca il supporto dei volontari, ma gli arrivi le superano e non tutte le domande possono essere soddisfatte, per lo meno non con una sistemazione in via Girelli, dove arrivano anche i cani mandati dai Comuni convenzionati. Con Covid, poi, c’era stato un aumento di adozioni, che poi ha portato un incremento di abbandoni quando si è tornati alla vita normale. "Il punto è che anche noi non riusciamo a prender tutti, per questione di spazio – aggiunge Dischi – cerchiamo sempre delle alternative, in altre strutture che sono, comunque, nella nostra stessa situazione". 

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