
Acqua da record. In Lombardia consumati 1,4 miliardi di metri cubi solo per uso potabile
Oltre 1,4 miliardi di metri cubi all’anno: la Lombardia è al primo posto in Italia per prelievo di volume di acqua per uso potabile. Con ben il 15,6% del totale nazionale, la regione fa da traino al Paese, che, a sua volta, detiene il record in Europa di consumi pro capite di acqua potabile e il secondo per consumi in agricoltura. Un paradosso, quello che emerge dallo Studio realizzato dall’Istituto Eurispes sullo stato delle acque in Italia, che è al terzo posto in Europa nella classifica con maggiori disponibilità idriche: come dire che più ce n’è, più si usa. A livello regionale, l’analisi dice che "i prelievi tendono ad essere legati tanto alla disponibilità della risorsa quanto alla percentuale di popolazione residente". Anche andando a guardare i dati relativi ai consumi individuali di acqua dal rubinetto, gli italiani si dimostrano la popolazione meno virtuosa a livello europeo con oltre 220 litri pro capite consumati giornalmente contro una media europea di 123 litri di acqua per abitante al giorno.
La Lombardia è al terzo posto in Italia per acqua erogata per usi autorizzati a livello pro capite, con 262 litri (al primo posto la Val d’Aosta, al secondo il Trentino Alto Adige). Tra le province, lombarde, Brescia, Pavia e Milano sono quelle dove si rilevano più di 300 litri pro capite al giorno di acqua per usi autorizzati (Bergamo è a 256, Como a 279, Lecco a 226, Sondrio 232).
Guardando all’uso civile e domestico, in testa c’è sempre Milano con 265 lpro capite al giorno; Brescia si ferma a 179, Bergamo a 188, Lecco a 167, Como a 184, Sondrio a 166. Resta poi il tema delle perdite della rete: in Lombardia si parla di una media del 30% di acqua persa per lo stato del sistema infrastrutturale. A fronte dei cambiamenti climatici, che hanno portato a stagioni siccitose come quella del 2022, il monito dell’Eurispes è chiaro: "In assenza di investimenti che possano favorire la captazione, l’immagazzinamento, il trasporto, la distribuzione, la depurazione e il riuso delle acque si rischia di cronicizzare il problema rendendo la mancanza d’acqua una questione strutturale, come, tra l’altro, sta avvenendo in altre aree del pianeta". In questo quadro, è certamente positivo che il bilancio delle riserve idriche lombarde sia tornato col segno più, dopo mesi di gap costante rispetto alla media del 2006-2020. Il rapporto di Arpa del 3 ottobre evidenzia un +37,6% rispetto alla media del periodo, soprattutto per effetto dei laghi. Ancora in sofferenza le riserve del bacino del Brembo e dell’Orio dove, per la carenza di acqua negli invasi, si registra il -27,4% ed il -46% rispetto alla media. In calo invece la falda nel 90% dei punti di monitoraggio della rete di Arpa Lombardia. Quanto ai laghi, secondo l’osservatorio di Anbi, il Maggiore decresce di oltre mezzo metro in una settimana, a causa di portate erogate ben superiori alla media e dovute al persistente caldo; anche il Lario segna una decisa battuta di arresto (dal 70,6% al 62,4% di riempimento), mentre più contenuti sono i cali nei bacini del Benaco e del Sebino. In sofferenza anche i ghiacciai: in attesa dei bilanci di massa della stagione 2023, le misurazioni della commissione glaciologica Sat con il Servizio Glaciologico Lombardo hanno evidenziato come in una palina a quota 3000 metri sul ghiacciaio Adamello Mandrone abbia rilevato una fusione di circa 3,5 metri a fine agosto, calcolati dalla fine estate 2022.