Brescia, 2 novembre 2019 - Era conosciuto per l’impegno nel ritrovare aerei scomparsi, ora a essere svanito nel nulla è lui, Hugo Marino, intermediario governativo italo-venezuelano che nel giugno del 2013 coordinò le operazioni di ritrovamento del bimotore precipitato il 4 gennaio 2013 al largo dell’arcipelago di Los Roques, in Venezuela. Nell’incidente morirono quattro passeggeri italiani: Vittorio Missoni, la moglie Maurizia Castiglioni e i due bresciani di Pralboino Guido Foresti ed Elda Scalvenzi.
Da circa 28 settimane del titolare della ‘Sea Corporation’, società specializzata in recuperi, non si hanno più notizie. Un mistero nel mistero, che getta nuove ombre sull’incidente aereo di 6 anni fa, la cui dinamica non è mai stata chiarita. Marino fu l’artefice sia del ritrovamento del Transaven scomparso nel 2008 con 14 persone a bordo e individuato a quasi mille metri di profondità nel giugno del 2013, sia del YV 2615 su cui viaggiavano anche i due bresciani. Hugo Marino, 55 anni, vive a Miami (Florida) con la famiglia. Sabato 20 aprile 2019 era atterrato con un volo da Miami all’aeroporto Simon Bolivar di Caracas in Venezuela.
L’ultimo contatto dell’uomo è stato con la madre, che vive con lui in Florida, alle 12.20 ora di Caracas. Secondo alcune indiscrezioni raccolte dalla famiglia potrebbe trovarsi in stato di arresto a Caracas, ma nessuna conferma o smentita è arrivata dal ministero degli Esteri. Elizabeth Mercedes Marquez de Alcalà, moglie di Marino, proprietaria di una società chiamata Aquatic Electronic Systems con sede a Miami, ha denunciato la sparizione sostenendo che l’uomo sia stato fermato dalla direzione Generale di controspionaggio militare (Dgcim) dopo l’arrivo in Venezuela. La donna ha anche richiesto un ‘Habeas Corpus’ al tribunale penale e alla Corte suprema di giustizia, ma non ha mai ricevuto risposta. Le famiglie Missoni e Foresti erano rimaste in contatto con Marino nella speranza di ritrovare i resti dei loro cari.