
Una vista serale di Sirmione dal lago
Brescia, 18 aprile 2025 – Doccia ghiacciata per i Comuni che pensavano di dare un freno agli affitti brevi per i turisti, che tante storture causano al mercato delle locazioni. “L'attività di locazione di immobili, anche a finalità turistica, che sia esercitata in forma non imprenditoriale, non è soggetta a poteri prescrittivi e inibitori della pubblica amministrazione". Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, con la sentenza 2928/2025, che boccia una sentenza del Tar della Lombardia, sezione distaccata di Brescia, che aveva "erroneamente riconosciuto al Comune di vietare la stipula di contratti di locazione a finalità turistica".
La vicenda trae origine dal ricorso della proprietaria di un'immobile a Sirmione, sul lago di Garda, che si era vista inibire l'esercizio dell'attività di locazione turistica. E rappresenta un duro colpo per le amministrazioni che stanno provando a regolare il fenomeno degli affetti brevi. Diversi passaggi della sentenza sottolineano infatti che le locazioni turistiche non sono equiparabili alle strutture ricettive. Di conseguenza, l'amministrazione non può "vietare l'esercizio della libertà contrattuale della ricorrente - scrive la quinta sezione del Consiglio di Stato - in particolare quella di concludere contratti di locazione con finalità turistica, aventi ad oggetto i suoi immobili".
Le reazioni: la sindaca di Bergamo
Contrapposte, tra centrodestra e centrosinistra, le reazioni alla sentenza. "Le amministrazioni comunali non possono rinunciare alla possibilità di governare il fenomeno che consente di tutelare la qualità della vita dei residenti e del turismo stesso”. Così la sindaca di Bergamo, Elena Carnevali, che vorrebbe governare la situazione di Città Alta, centro storico 'stressato' della città orobica. “È nostro dovere insistere, come stiamo facendo, anche a livello dell'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, affinché lo Stato, con una norma di rango nazionale, e le Regioni, che hanno potere legislativo, consentano ai Comuni di avere strumenti regolatori almeno nelle aree di particolare pregio storico sottoposte a una pressione crescente sul patrimonio abitativo e sull'identità sociale".
"Il nostro impegno, come Amministrazione, sarà sempre quello di conciliare accoglienza e vivibilità", riprende Carnevali, pur riconoscendo nella sentenza della suprema corte amministrativa che "un proprietario può affittare il proprio immobile per fini turistici senza dover ottenere alcun permesso dal Comune, e le amministrazioni locali non hanno potere di vietare o condizionare questa scelta". La sindaca di Bergamo conclude informando che "è in atto un dialogo con Regione Lombardia, purtroppo sospeso a causa del ricorso presentato dal Governo alla Corte Costituzionale contro la legge della Regione Toscana, che aveva votato a fine dicembre una legge per permettere ai comuni di limitare gli affitti brevi".
Le reazioni: Garavaglia (FdI in Consiglio regionale)
"Oggi arriva una conferma importante: una sentenza del Consiglio di Stato stabilisce che i Comuni non possono imporre limiti arbitrari a chi, nel rispetto della legge, decide legittimamente di destinare un immobile agli affitti brevi". Così Christian Garavaglia, Capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale lombardo, commentando l'annuncio di Pierfrancesco Majorino (Pd) di aver depositato un Pdl per disciplinare gli affitti brevi. "È una sentenza che parla chiaro e che conferma la bontà del lavoro fatto dal Governo Meloni, dal Ministero del Turismo e dalla maggioranza: per la prima volta nella storia, il settore degli affitti brevi è stato regolamentato in modo serio e organico, con regole chiare, efficaci e rispettose delle libertà individuali. Noi stiamo dalla parte di chi lavora, investe, rispetta le regole e contribuisce all'economia del territorio".