FEDERICA PACELLA
Cronaca

Alberghi senza personale. Alcuni non riaprono

Anche le località bresciane alla pres e con operatori migrati su altri lavori I turisti stanno arrivando, ma mancano gli addetti che possano accoglierli

I vertici di Visit Brescia, impegnati con grande attenzione nella promozione

Brescia - Una lunga attesa che, alla fine, ha portato molti operatori a “fuggire“ verso settori con più ampie prospettive di lavoro: così molti alberghi bresciani si ritrovano senza lavoratori. Effetti collaterali della pandemia, da cui il turismo è stato particolarmente colpito, col paradosso che, ora che visitatori tornano ad affacciarsi in alberghi e ristoranti, gli operatori non riescono a trovare il personale di cui avrebbero bisogno. "Siamo in una situazione complessa – spiega Marco Polettini, presidente di Visit Brescia riconfermato con tutto il cda per il prossimo triennio, nonché albergatore di stanza a Desenzano – c’è una crescita sensibile di arrivi soprattutto dai Paesi vicini, come Germania, Svizzera, Austria. L’occupazione è ancora bassa, siamo sul 30%, ma da una settimana le prospettive sono in crescita. Purtroppo alcuni alberghi non stanno aprendo per mancanza di personale".

Il tema si pone soprattutto per gli stagionali. Dopo 15 mesi di pandemia, in cui il mondo della ricettività ha di fatto lavorato solo per 3 mesi (ad eccezione degli alberghi a 5 stelle), chi ha potuto ha cambiato lavoro. "Il problema è che si sono perse figure professionali in un momento in cui giochiamo la partita della competizione, a livello globale, sulla qualità di servizi", sottolinea Polettini. Nel Bresciano, si conta che attorno ai 700 alberghi esistenti ruotino almeno 15-20 mila persone, a cui va aggiunto tutto il mondo della ristorazione. "Le strutture? Le chiusure le vedremo in autunno. Si stima che 1 albergo su 4 possa non farcela". La prospettiva per l’estate 2021 è in chiaro-scuro. Prima di Covid, Brescia faceva 10milioni di presenze, di cui 6,8 milioni europei, ed poco meno di 1 milione extra UE.

«Il potenziale turistico di questa estate è altissimo", sottolinea Graziano Pennacchio, ad Visit Brescia. L’ente che si occupa di promozione turistica non ha mai smesso di investire per investire per non perdere quote nel mercato storico (i vicini Paesi Europei), ma anche per il resto d’Italia, ed ora sta puntando anche su Stati Uniti e Giappone. L’obiettivo non è solo ritornare ai 10 milioni di presenze, che fanno di Brescia la seconda provincia turistica in Lombardia dopo Milano, ma anche puntare sulla qualità del target. "Sul Garda, in particolare, abbiamo troppe presenze rispetto alla sostenibilità ambientale", evidenzia Polettini. La strategia? "I flussi vanno gestiti – aggiunge Manuel Gabriele, direttore Visit Brescia – creando delle alternative. Abbiamo iniziato già a sviluppare itinerari nell’ultimo triennio che andremo a promuovere maggiormente. Sirmione e Desenzano sono la porta del lago, ma c’è molto altro. Creare un turista più informato sull’offerta significa avere un turista più pronto a creare una domanda più consapevole".